#restiamoliberi, no al decreto Zan su l'omotransfobia: domani anche in piazza a Pescara




Categoria: ABRUZZO
11/07/2020 alle ore 11:41



Anche a Pescara domani si scenderà in piazza in contemporanea nazionale, in occasione della manifestazione #restiamoliberi. L’appuntamento in collegamento con le altre piazze italiane è per le 11 in Piazza Salotto: “In piedi contro la legge liberticida sull’omofobia”.

Un modo per dire no al decreto legge Zan su l’omotransfobia in corso di discussione in Parlamento.

No alla legge per introdurre il #reato di #omofobia.

No alle legge che vuole introdurre il #gender nelle scuole materne.

Le pene per punire chi dice che ogni bambino ha bisogno di una mamma e un papà e che il matrimonio è formato da un uomo e una donna sono:

. 6 anni di galera

. Ritiro della patente

. Ritiro  della Carta d'identità valida per l espatrio

. Sospensione dei diritti politici

. Riabilitazione presso le associazioni LGBT

In sintesi, la bozza del testo agisce in due direzioni: da un lato la modifica del codice penale e dall’altro interviene sulla legge Mancino (ovvero il decreto legge n. 122 del 26 aprile 1993 che modificò l’impianto della cosiddetta legge Reale del 1975).

Nel dettaglio, sul codice penale si agisce sugli articoli 604-bis e 604-ter, ovvero le disposizioni che si ritrovano all’articolo 3 della legge Mancino-Reale e che da pochissimo tempo sono stati riportarti all’interno del codice in un’ottica di ‘riserva di codice’ e cioè per avere tutte le normative riunite in maniera organica. In questi articoli si aggiunge alla discriminazione “razziale, etnica e religiosa” quella fondata “sul genere, sull’orientamento sessuale o sull’identità di genere”. Estensione dell’incriminazione per queste tre tipologie di odio.

Sul lato della legge Mancino si andrebbe a estendere il campo d’azione ai reati motivati da omofobia, transfobia e misoginia oltre a quelli che già punisce, ovvero gesti, azioni, aventi per scopo l’incitazione alla violenza e alla discriminazione per motivi razziali, etnici, religiosi o nazionali. Di fronte a un episodio di odio ai danni di una persona, sarà comminata una pena maggiore a chi lo ha commesso per ragioni legate al genere, all’orientamento sessuale o all’identità di genere.