Fase 2. PARENTI & CO



di Garpez
Categoria: La versione di Garpez
28/04/2020 alle ore 14:15



Ditemi la verità.

Anche voi, qualche giorno fa, siete rimasti in trepidante attesa dell’ultimo discorso del nostro presidente del Consiglio dei Ministri, con il quale ha illustrato le misure da seguire nella famigerata “fase 2”, a partire dal prossimo 4 maggio.

Onestamente, la prima parte mi è sembrata poco pratica. Nel senso che, accanto alle contrite scuse presentate per il ritardo nella erogazione del contributo economico stanziato, il Presidente del Consiglio si è intrattenuto nella descrizione dello strumento del “recovery fund”, assolutamente importante da conoscere in una prospettiva macroeconomica, ma – obiettivamente - poco interessante per i piccoli-medi imprenditori, che scalpitano affinché vengano rimossi definitivamente i limiti e le restrizioni loro imposte, oramai, da quasi un paio di mesi.

Ed ecco che, nella seconda parte del discorso, escono fuori finalmente le tipologie delle attività produttive che ripartiranno il 4 maggio. Poche e, soprattutto, poco coerenti con quelle realtà la cui riapertura è stata rinviata ad inizi giugno.

Consoliamoci, però.

Almeno, dal 4 maggio saremo liberi di spostarci all’interno della nostra regione per andare a trovare quelli che il decreto del Presidente del Consiglio dei ministri del 26 aprile 2020 definisce “congiunti".

Se devo essere sincero, credo che il Governo abbia utilizzato una espressione volutamente generica per mantenere la forma, finendo tuttavia per ampliare notevolmente la sostanza dell'apparente divieto (o permesso).

Già, perché all’indomani del discorso del Presidente del Consiglio dei Ministri ci si è chiesti cosa dovesse intendersi con la locuzione “congiunti”.

Solo i parenti? Anche i cognati? Ed i fidanzati? E le famiglie di fatto?

Non vi dico. L’ennesima confusione normativa e, come da copione, l’ennesimo caos interpretativo tra i cittadini.

Cerco di semplificarvi il problema, anche alla luce delle “F.A.Q.” in attesa di pubblicazione, sul punto, dal Governo sul proprio sito istituzionale.

Con il termine “congiunti”, vi anticipo, si intenderanno i parenti, affini, coniugi, conviventi, fidanzati stabili, affetti stabili (mi domando: la stabilità del rapporto sarà oggetto di specifica autocertificazione?).

Naturalmente non si tratta di una interpretazione in senso tecnico, ma di una retromarcia vera e propria causata forse dal senso del ridicolo suscitato dalle interpretazioni restrittive o dalle proteste dei cittadini.

Se il Governo intendeva salvare la propria maschera di intransigenza, credo abbia miseramente fallito.

Soprattutto quando sostiene che il “modello Italia” nella gestione dell’emergenza da COVID-19 sarebbe presa ad esempio dagli altri Paesi europei.

Ne siete proprio sicuri?