Manovra, bonus e intese: il valzer della finanziaria (e del Governo Conte)


Banco di prova saranno i numeri e il deficit, ma anche la scelta di Zingaretti di cambiare schemi


di Francesco De Palo
Categoria: Editoriale
17/10/2019 alle ore 09:55



Dopo la lunga notte sulla manovra, si parla di accordo “salvo intese”: che significa questa locuzione? E ancora, la decisione del segretario piddino Nicola Zingaretti di immaginare un nuovo centrosinistra (basato su Pd e M5s) quali scenari elettorali (e ideologici) apre? C'è all'orizzonte una nuova voglia di maggioritario?

Sono alcuni degli interrogativi che circolano nelle ultime ore, dopo una nottata di passione per far quadrare i conti non solo della Manovra 2020, ma anche della maggioranza. Sei euro al mese in più per i pensionati, ad esempio, da soli non possono essere la risposta del governo a quota 100 ma deve essere parte di una più ampia strategia inclusiva per tenere “dentro” fasce deboli ma anche lavoratori con partita Iva che aumentano sempre più.

Inoltre le stime del FMI su crescita zero hanno necessità non solo di essere digerite ma lette con le lenti del futuro: ovvero lavorare pancia a terra per invertire il trend, cerchiare in rosso gli sprechi veri (come la carta, più del taglio dei parlamentari, ancora troppo utilizzata in Parlamento e nei ministeri nell'era di i-pad e smartphone), affrontare la sfida del clima anche guardandolo come un business, e non solo come protesi ideologica del gretismo.

Insomma, più ciotole di riso e meno spot. Altro punto importante, su cui il Premier sembra molto sensibile, è la lotta all'evasione: bisogna chiarirsi. Essa passa inevitabilmente dalla lotta al contante? O anche lì c'è il rischio di ansia da prestazione per una mossa popolare più che davvero efficace?

I nodi, dunque, stanno fisiologicamente venendo al pettine e non potrebbe essere diversamente. Potranno essere risolti anche grazie a ciò che davvero si vuole fare di questa esperienza di governo. Se a tempo, quindi per il solo timing della legislatura, allora la figura maestra sarà l'avvocato del popolo che resta notaio di un patto, quello giallo-rosso. Con tutti i riverberi del caso, sia politici che programmatici.

Ma se la prospettiva è quella indicata da Zingaretti, ovvero quella di un'alleanza strutturata all'interno di un centrosinistra di nuova concezione che contempli una visione maggioritaria, allora il Premier si farà player centrale con quell'idea, mai celata, di farsi leader. Ma solo all'utimo miglio della legislatura.

L'ombra di Monti, in quella foto dalla Bignardi con un cane in braccio, aleggia per i corridoi di Palazzo Chigi.

 

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