Dopo la crisi: sì, ma quando si vota? E "Il Cairo" sbarca a Roma?


Pillole di prospettive, in attesa che nasca l'esecutivo giallo-rosso: sicuri che nessuno abbia sbagliato mossa?


di Francesco De Palo
Categoria: Editoriale
27/08/2019 alle ore 10:49



Tra poche ore sapremo se la crisi di governo avrà l'epilogo previsto dalla Carta Costituzionale, con il varo di un complicatissimo governo M5s-Pd, dopo la rottura agostana decretata da Matteo Salvini. Un matrimonio di interesse ma anche di compromesso quello tra Di Maio e Zingaretti, così come parzialmente lo era stato tra M5s e Lega con una differenza: il secondo venne celebrato tra due forze anti sistema, e il primo (semmai ci sarà) tra chi non ha avuto la convenienza di andare a votare in un mese anomalo (considerata la concomitanza con la legge di bilancio e il possibile aumento dell'iva).

Il tema è anche legato alla durata del governo: se dal Colle arriverà il via libera sarà probabilmente perché di legislatura, quindi non balneare. Con la conseguenza di chiudere la finestra elettorale autunnale e mettere mano alle finanze italiane altamente disastrate.

C'è chi dice che per sterilizzare le clausole di salvaguardia il governo prossimo aumenterà la pressione fiscale, già record nel nostro Paese. Gli impegni presi lo scorso anno con l'Ue dal Quirinale, dal Mef e quindi anche da Palazzo Chigi parlano chiaro (e i conti all'Italia non tornano). Per cui, eliminando l'ipotesi di voler piantare dollari per farvi crescere una pianta rigogliosa, una soluzione tecnica andrà gioco forza trovata. E non è detto che sarà indolore per cittadini e imprese.

Di contro se da Salvini si passerà al Conte bis fino alla scadenza naturale del governo, allora ci sarà più tempo per chi come Urbano Cairo sta decidendo (sempre che non lo abbia già fatto) come impegnarsi in politica.

Il democristiano Gianfranco Rotondi, presidente della Fondazione Dc, pochi giocni fa ha detto che all'Italia occorre un civile servitore che faccia quel che deve. Cerchiando in rosso il patron di Rcs. Un rischio, visti i precedenti berlusconiani, ma anche un'occasione dal momento che per fare politica servono denari e spessore. Le parole dello stesso Cairo al Foglio lasciano pochi dubbi: i cinque punti per l'Italia, la tesi del grande passo da compiere costruendo “una creatura inedita”, certo che “gli innovatori inventano il nuovo, non riciclano il vecchio”.

Insomma, Il Cairo sbarca a Roma e a breve sapremo come e con chi.

 

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