Da D'Alfonso a Fina: come cambia il Pd d'Abruzzo? Parla Paolucci


"L'errore più grande di questi anni è stato non essere stati leali tra noi".


di Anna Di Donato
Categoria: ABRUZZO
10/07/2019 alle ore 15:10



Come cambia il Pd d'Abruzzo con l'avvento della nuova era di Michele Fina? Ill centrosinistra dovrà affrontare nuove sfide che lo porteranno a dover attuare grossi cambiamenti. Quali saranno gli errori da non compiere di nuovo? Il civismo potrebbe far parte di questo cambiamento? Impaginato ne ha parlato con il capogruppo Pd Silvio Paolucci

Sotto quali auspici ha inizio l'era Fina nel Pd abruzzese?

L’auspicio di ricostruire insieme a tutti quelli che hanno buona volontà un partito aperto, che abbia un dibattito profondo sulle sfide e sulla società del nostro tempo e che sappia costruire un’alternativa alla destra che governa in Abruzzo.

Quali sono gli errori da non commettere di nuovo? 

Il punto vero nel partito è costruire una comunità politica leale e generosa. L’errore più grande di questi anni è stato non essere stati all’altezza di essere una vera comunità, non essere stati leali tra noi. Per esserlo, ognuno deve essere generoso e mettere a disposizione un pezzo del proprio individualismo. Solo così è possibile costruire un partito all’altezza della sfida del governo regionale, una comunità politica che in questi anni di opposizione si faccia promotrice di idee e progetti da valorizzare non solo all’opposizione ma da trasformare in agenda di governo dopo l’epilogo della giunta Marsilio.

Il assaggio da Rapino a Fina in cosa di concretizzerà?

Rapino fu eletto da 21.000 abruzzesi, non dimentichiamolo. È stato segretario in un contesto molto complesso, una società  in cui è in atto una forte disintermediazione, in organizzazioni molto poco generose e leali, anche verso il segretario Marco Rapino in questo caso. Generalmente, prevale una tensione ai percorsi individuali che è un dato sociale e valoriale diffuso non solo nel Pd. Senza lo sforzo di ognuno ad investire su ciò che è comunità, collettivo, sarà difficile invertire questa tendenza. Se lo comprendiamo, abbiamo fatto il primo passo. Fina si pone questo obiettivo. La riflessione deve avere due premesse: diamoci un tempo lungo e condividiamo un’analisi sulla rottura che in questi anni si è determinata in Abruzzo. Le dinamiche economico sociali dopo la conclusione del modello di sviluppo favorito anche dal vecchio obiettivo 1 non ha trovato un sistema competitivo rispetto alle nuove sfide. Le alternanze e le risultanze elettorali rispondono a una insoddisfazione di fondo, manifestatasi sempre di più dal 2008 in poi. Non è tutto, ma quantomeno partiamo da alcune analisi condivise. È necessario. Fina propone i temi del lavoro, del sapere e dell’ambiente. Giusto.

Come stimolare nuovamente i circoli?

Troppo spesso i circoli (pochi) sono chiusi e si attivano o vengono attivati solo per battaglie di corrente, anche perché abbiamo comunicato che le decisioni passavano da lì al voto con le primarie. È necessario coinvolgere la nostra comunità nei processi decisionali e fare in modo che si renda protagonista di battaglie dal basso. Inoltre non possiamo sottovalutare, come abbiamo fatto, gli strumenti della comunicazione di oggi, né la necessità di lavorare nel tempo sui framing del campo progressista.

Il civismo può essere un altro ramo da coltivare nel Pd di Zingaretti?

Con le leggi elettorali dei comuni e della regione, le liste civiche sono indispensabili per avere una proposta politica in grado di raccogliere tutte le sensibilità per la costruzione di programmi elettorali che abbiano l’ambizione di un progetto di riforma vero. Il Pd deve dialogare con i movimenti civici e saperli distinguere tra posizionamenti elettorali e movimenti radicati portatori di importanti istanze politiche.

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