La risposta di Freud: dismorfofobia e paura dello specchio


Il corpo come sinonimo di disagio interiore


di Alessandra Rosa
Categoria: Chiedilo a Freud
26/04/2019 alle ore 17:12



Buongiorno dottoressa,

mi chiamo Maruska ho 28 anni ed ho difficoltà con il mio corpo, nel senso che tutti mi dicono che sono una bella ragazza ma  quando mi guardo vedo mille difetti soprattutto non mi piacciono le mie gambe in quanto le vedo enormi! Un’amica mi ha detto che probabilmente soffro di dismorfofobia….vorrei capire meglio di cosa si tratta. La mia autostima è molto bassa e per tale ragione ho deciso di iniziare un percorso psicoterapeutico. La ringrazio infinitamente.

 

 

Cara Maruska ,

innanzitutto ti ringrazio per aver voluto condividere questo tuo stato d’animo che immagino per te non sia facile. Vedersi brutti con il passare del tempo può diventare una vera e propria patologia, nel momento in cui diventa un ossessione e compromette la qualità della nostra vita. Il corpo diventa portavoce di una sofferenza interiore: quello che si vede non è più ciò che realmente è. Il soggetto  affetto da dismorfofobia sviluppa un ossessione sui propri difetti fisici sia che essi siano veri o presunti e di conseguenza vive costantemente un senso di inadeguatezza.

Generalmente nelle donne le parti del corpo più colpite sono: seno, capelli, gambe; negli uomini: naso, addome e genitali. Le radici della dismorfofobia stanno proprio nella relazione del bambino con la madre o con chi si occupa di lui. Il disturbo potrebbe restare a lungo silente per poi riemergere nelle situazioni di stress. Alla base c’è un bisogno di perfezionismo e un disturbo narcisistico in quanto la persona pur odiando la sua immagina corporea in realtà ne è totalmente soggiogata.

Questi soggetti passano molto tempo a specchiarsi o nelle ipotesi peggiori si sottopongono a moltissimi interventi di chirurgia estetica con trattamenti invasivi rischiando poi veramente di deformare il proprio aspetto. Il soggetto è sempre insoddisfatto e con il passare del tempo il sentimento prevalente è quello della rabbia, invidia verso gli altri ritenuti più attraenti o semplicemente normali.

Possono manifestarsi anche comportamenti estremi come non uscire di casa, diete troppo restrittive o comportamenti autolesivi e nei casi peggiori anche tentativi di suicidio. Come si può aiutare una persona affetta da dismorfofobia? Il soggetto per poter prendere consapevolezza del suo problema ha bisogno di un percorso psicoterapeutico per gestire in contemporanea anche il disturbo alimentare se presente e il disturbo ossessivo-compulsivo. Un approccio cognitivo comportamentale risulta molto efficace per questo tipo di disturbo.