La Juventus, Ronaldo e Allegri: è quasi sempre questione di attributi


Significa che il mister non è riuscito a inculcare ai sui giocatori la cultura del coraggio


di l'innocente
Categoria: CapoVerso (rubrica innocente)
19/04/2019 alle ore 17:53



È quasi sempre una questione di attributi. Anche nel calcio. E perciò sarà pur vero che Ronaldo+Juventus non significa vittoria Champions sicura ma, neppure può significare peggiorare anche rispetto all’anno precedente. No, la squadra di mister Allegri non riesce a vincere in Europa perché sembra le manchino proprio gli attributi. Presenti certo in alcuni (Cristiano o l’infortunato Chiellini) ma non patrimonio del gruppo.

Significa che mister Allegri non ha saputo inculcare ai sui giocatori la cultura del coraggio: quella gioiosa sfrontatezza data dalla consapevolezza di essere forti, quel tutti per uno e uno per tutti a tuttocampo e a perdifiato, quell’aggressività finalizzata e quel gioco in verticale senza mai pensare a passare la palla indietro. Che poi è il bello del calcio. Ciò che appassiona e affascina dello sport più diffuso al mondo. Quello di mister Allegri, sembra invece sempre un gioco a risparmio, speculativo, il più possibile esente da rischi, contenitivo: tanto prima o poi qualcosa succede, si segna.

E invece il calcio, per fortuna, può anche essere altro. E quando quell’altro modo di fare calcio si presenta, ecco che sono dolori. E figuracce. Può essere l’Atalanta di Gasperini, che infatti pressa a tutto campo, corre in avanti e così facendo per 90 minuti butta fuori la Juve+Ronaldo dalla Coppa Italia.

E può essere, un’altra volta, l’Ajax di ten Hag, squadra che tutta insieme costa la metà di quanto speso da Agnelli per il fuoriclasse di Madeira, che gioca con sfrontatezza, intensità e tecnica e che dopo Bayern Monaco e Real Madrid strapazza anche una tremolante e smarrita Juventus+Ronaldo. Per di più in casa sua.

Giocare bene, in verticale, con coraggio non garantisce, ovviamente, la vittoria sempre e comunque. Ma di sicuro fa divertire, appassiona e fornisce una giustificazione imbattibile persino alla sconfitta. Mette la sordina ad ogni critica.

Accettata, spiegata e applaudita proprio perché è palese che si sia dato tutto, non ci si è mai tirati indietro o nascosti: esattamente quel che è accaduto, 24 ore dopo la partita di Torino, sempre in Champions, tra City e Tottenham.

Dicono che Carlitos Tevez lasciò i bianconeri dopo aver urlato in faccia ad Allegri un appellativo poco lusinghiero. Adesso Cristiano Ronaldo uscendo dal campo dopo l’eliminazione ha fatto un gesto, diventato virale!, che sembrava voler replicare quell’appellativo. Non è certo che sia così. Quel che è sicuro è che anche nel calcio, come nella vita, è quasi sempre questione di attributi.

 

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