Patto per il sud, il circolo Canottieri nella lista nera


Le pubbliche amministrazioni hanno dimostrato una cronica difficoltà nella fase di progettazione e gestione


di Lilli Mandara
Categoria: Maperò
14/03/2019 alle ore 08:35



Non solo non li spendono ma li spendono pure male. E’ un vero e proprio flop quello del Patto per il sud, per il quale è stato speso meno del due per cento dei fondi. Un mezzo scandalo, non solo per i ritardi ma soprattutto per l’utilizzo distorto dei finanziamenti. E naturalmente, come si legge sul Sole 24 ore, l’Abruzzo è tra le Regioni che se la passa peggio.

Patto per il Sud, cioè l’immaginifico Masterplan. Le pubbliche amministrazioni hanno dimostrato una cronica difficoltà nella fase di progettazione e gestione delle gare, si legge nel report.

E naturalmente c’è una lista nera, e l’Abruzzo targato Luciano D’Alfonso non poteva mancare. Il decreto legislativo 88 del 2011, che ha disciplinato il funzionamento del fondo, ne vincola l’utilizzo al finanziamento di progetti strategici di rilievo nazionale, interregionale e regionale. E nella lunga lista di assegnazioni avvenute o attraverso il Cipe o per via legislativa, ci sono un sacco di progetti che non sono propriamente strategici: tra questi Il Sole segnala il finanziamento del Circolo canottieri di Pescara, uno di quei progetti quelli per i quali è stato chiesto l’accesso ai fondi e che stava molto a cuore all’ex vice sindaco Antonio Blasioli.

Certo, è in buona compagnia: Il Sole 24 ore cita anche l’organizzazione dei campionati mondiali militari di scherma in Sicilia o il ripiano dei debiti dei sistemi di trasporto regionali di Campania, Basilicata e Umbria.

Un disastro, in ogni caso: l’intero fondo sviluppo coesione 2014-2020 è all’1,5 per cento di pagamenti sulle risorse programmate. Il monitoraggio effettuato dalla Ragioneria dello Stato, aggiornato al 31 ottobre 2018, segnala pagamenti per appena l’1,5% delle risorse programmate (492 milioni su 32,1 miliardi). Ci si ferma all’1,9% per la sotto sezione rappresentata dei patti per lo sviluppo (276,6 milioni su 14,3 miliardi programmati). Nel complesso tra le risorse ripartite dal Cipe per le diverse aree tematiche, risorse ancora da assegnare/programmare, il monitoraggio della Ragioneria indica per l’FS del periodo 2014 2020 una dotazione totale di 59,8 miliardi.

La percentuale di spesa sulle opere programmate segnala oggi una situazione innegabile di allarme anche se altri indicatori, riferiti ai lavori in affidamento o in corso di esecuzione sono meno sconfortanti. I progetti finanziati con i patti riguardano per il 40% il settore trasporti e infrastrutture, per il 27% l’ambiente e per percentuali molto più basse aree come inclusione sociale, ricerca, istruzione. Nella lista dei progetti portati a conclusione, per quel che riguarda l’Abruzzo, c’è per la verità il risanamento idrogeologico in provincia di Teramo.

Ma il problema maggiore sono appunto i Patti per lo sviluppo, sottoscritti nel 2016 dal governo Renzi, sommando più fondi e risorse. Sono i fondi che sono stati distribuiti a otto regioni tra cui l’Abruzzo più le sette città metropolitane. Nell’occasione venne Renzi a firmare il Patto con Luciano D’Alfonso, nella sala consiliare del Comune di Pescara, con tanto di libro d’oro, foto e folla plaudente.

Insomma, l’ennesima incredibile figuraccia per l’Abruzzo e per Dalfy.

 

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