Consiglio regionale, è qui la festa


Per aggirare una incompatibilità che la modifica alla legge elettorale varata in pieno caldo di ferragosto, non aveva contemplato


di Lilli Mandara
Categoria: Maperò
13/03/2019 alle ore 08:35



E alla fine devono ricorrere al travestimento, per mettere le pezze a una legge dalle magagne grosse come una casa. Sennò alla fine i consiglieri che nel frattempo sono diventati assessori non potrebbero votare né il Presidente del Consiglio regionale né l’Ufficio di presidenza.

Forse alla fine i voti li avrebbero pure trovati, visto che sulle nomine del Consiglio maggioranza e opposizione hanno trovato l’accordo, ma il papocchio sarebbe stato bello che servito. E così ieri, nella prima seduta del Consiglio regionale abruzzese, gli assessori fino a un certo punto hanno fatto la parte dei consiglieri e poi cambio d’abito e di filato sui banchi della giunta, a fare gli assessori: tutto per aggirare una incompatibilità che la modifica alla legge elettorale varata in pieno caldo di ferragosto, non aveva contemplato.

Sembra una festa di matrimonio la prima seduta dell’assemblea, con i parenti vestiti a festa, una serie di ex rispuntati dall’oblio, tutti i nuovi potenti festanti e sorridenti, i portaborse, gli aspetta-borse, i supporter, le mamme, le mogli e i mariti, come Andrea Gerosolimo che ci tiene a dire che lui e Marianna due storie diverse. Molti sindaci e molte assenze: tra gli ex si notano Romeo Ricciuti, Giuseppe Di Pangrazio, Gianni Chiodi con pipa, Nazario Pagano (in doppia veste: ex e nuovo potente), assente invece Luciano D’Alfonso. E poi presenti il sindaco dell’Aquila Pierluigi Biondi con la rossa Carla Mannetti, il sindaco di Chieti Umberto Di Primio, quella di Sulmona Annamaria Casini. Poi Gianfranco Rotondi, Etel Sigismondi, Giampiero Catone.

E’ una scena particolare, quella che apre i lavori del Consiglio, affidati alla consigliera ancora per poco Nicoletta Verì: sotto di lei il presidente della Regione Marco Marsilio è solo, gli assessori sono seduti sui banchi dei consiglieri. E’ la consegna data dall’ufficio legislativo, ieri mattina: perché visto che la legge dello scorso agosto stabilisce all’articolo 2 che “la carica di assessore regionale è incompatibile con la funzione di consigliere” e siccome gli assessori sono stati già belli che nominati, la maggioranza di centrodestra non avrebbe potuto disporre dei cinque voti degli assessori (il sesto è un esterno) e stando così le cose, non sarebbe stata in grado di eleggere il presidente del Consiglio regionale: e allora ieri hanno fatto prima la parte dei Consiglieri e dopo l’elezione di Sospiri, finalmente, quella di assessori.

Alla fine, grazie all’accordo con l’opposizione, Lorenzo Sospiri viene eletto presidente del Consiglio regionale, con 26 voti su 31 votanti e 5 schede bianche. Il centrosinistra vota compatto con la maggioranza di centrodestra che becca anche due voti dai grillini. Che dicono di aver avuto libertà di voto.

Invece maggioranza e opposizione votano compatti sui vice presidenti, uno indicato dalla maggioranza, Roberto Santangelo che riporta Azione politica nel centrodestra che passa con 18 voti e l’altro indicato dall’opposizione, Domenico Pettinari dei cinquestelle che prende 13 voti, 6 del centrosinistra e 7 dai grillini. Poi qualche scompenso si nota di nuovo nel voto dei segretari: e mentre Sabrina Bocchino indicata dal centrodestra prende tutti e 18 i voti previsti, Dino Pepeindicato dall’opposizione passa con soli 9 voti e 4 bianche.

Il secondo step di questo accordo sulle nomine di garanzia ci sarà la prossima volta, quando dovranno essere eletti i presidenti di commissione: alla Vigilanza, al posto che fu di Mauro Febbo, dovrebbe andare Giovanni Legnini. A quanto pare, il centrodestra ha fatto di tutto per evitare che andasse al pentastellato Pettinari: troppo ficcanaso, per i suoi gusti.

Durante i lavori, il leader del centrosinistra Giovanni Legnini ha annunciato di voler fare un’opposizione “leale ma intransigente e rigorosa”.

Alla fine, Marsilio circondato dai suoi assessori, legge il programma: prima con maggiore impegno, poi veloce come un elenco del telefono. Alle 13.30 la seduta è sciolta: il più è fatto e si è fatta ora di pranzo. Tutti al ristorante, a festeggiare qualcosa.

ps: i particolari nel pezzo che segue.

twitter@ImpaginatoTw