Verso le elezioni in Israele: l'attacco a testa bassa di Netanyahu


Il premier uscente, in polemica con i palestinesi, incassa l'appoggio della Casa Bianca


di Francesco De Palo
Categoria: Francesco De Palo
11/03/2019 alle ore 20:42

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Quando manca meno di un mese alle elezioni in Israele arriva la stoccata del premier uscente, Benjamin Netanyahu, secondo cui Israele non è "uno stato di tutti i suoi cittadini", in riferimento alla popolazione araba palestinese del paese. Parole che provocheranno commenti e critiche, ma che si inseriscono nella strategia che Netanyahu ha deciso: si attacca a testa bassa.

Parole che ha scritto su Instagram in risposta alle critiche di un attore israeliano, Rotem Sela. Netanyahu è stato accusato di demonizzare i cittadini palestinesi di Israele, che costituiscono circa il 17% della popolazione, nel tentativo di aumentare l'affluenza di destra alle elezioni previste per il 9 aprile. E ha aggiunto che suoi avversari riceveranno il sostegno dei partiti arabi e che faranno significative concessioni ai palestinesi.

Insomma, dalle schermaglie all'ideologia il passo è breve. Ma cosa aveva detto Sela? L'attore israeliano sui social si era chiesto: "Quando diavolo qualcuno in questo governo comunicherà al pubblico che Israele è uno stato di tutti i suoi cittadini e che tutte le persone sono state create uguali?” Sul punto i media internazionali sono già divisi, a testimoniare la delicatezza del passaggio elettorale.

Nel frattempo il premier ha raggiunto un accordo elettorale con due partiti religiosi, la Casa Ebraica a cui concederà due ministri in un futuro governo e il Partito del potere ebraico, formato da religiosi intransigenti che si sono definiti successori del movimento Kahanista bandito. Recenti sondaggi prevedono che il Likud vincerà circa 30 seggi su 120.

Intanto Netanyahu incassa il sostegno tout court da Donald Trump nella sua sempre più accesa battaglia per la rielezione. Una sorta di arma segreta con i sei per tre che troneggiano per le strade di Tel Aviv e Gerusalemme. Raffigurano il primo ministro e il presidente Usa che si stringono la mano e sorridono sotto le parole "Una lega diversa", liquidando implicitamente gli sfidanti di Netanyahu come “dilettanti”.

Trump infatti in Israele è molto popolare e lo stesso Presidente Usa ha detto che e fosse candidato lì sarebbe sicuro di essere eletto con il 98% dei consensi. Inoltre il Pentagono ha annunciato un piccolo dispiegamento temporaneo di truppe americane in Israele.

 

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