L'Aquila, inaugurata mostra Atelier Pietrosanti


Per i 30 anni di carriera dell'artista aquilano


di Redazione
Categoria: ABRUZZO
18/02/2019 alle ore 16:03



Nel Palazzo dei Combattenti a L’Aquila è stata inaugurata la mostra “Atelier Pietrosanti” in occasione dei 30 anni di carriere dell’artista Roberto Pietrosanti. Per l’occasione la Fondazione Carispaq ha organizzato l’evento che ha visto la conduzione del presidente della Fondazione Marco Fanfani e dell’attrice Simona Marchini. La mostra si concluderà il 16 marzo 2019. 
La mostra ha messo in evidenza anche un omaggio all’Aquila, città natale di Roberto Pietrosanti, tramite un’ opera dal ciclo Non Avere Timore, ricerca nata dalla collaborazione con il musicista e cantautore Giovanni Lindo Ferretti su “quella paura, quell’insicurezza radicale che il nostro tempo, le sue voci, i suoi rituali sociali ci gettano addosso, fin dentro l’anima”.  

“Negli spazi al piano terra di Palazzo dei Combattenti, appena restaurato, l’artista ha ricostruito il suo studio  proponendo al visitatore i pezzi che hanno segnato la sua carriera, dagli esordi nei primi anni novanta, agli interventi ambientali e per spazi pubblici, alle partecipazioni in mostre internazionali oltre ai modelli e bozzetti mai esposti prima. Oltre trent’anni di attività raccontati per la prima volta anche attraverso le idee, le prime stesure, le bozze di quelle che poi sarebbero diventate le opere esposte a Roma, davanti all’Ara Pacis, piuttosto cha a Madrid nel Museo Reina Sofia e proprio nel prossimo mese di marzo a Toledo. Un percorso multiforme, poeticamente sospeso tra pittura, scultura e installazione, che si caratterizza per la pronunciata dimensione concettuale, un forte senso della materia e il particolare riguardo posto alle modalità e alle fasi costruttive dell’opera”. 

“Le sue ultime opere”, scrive Barbara Rose nel catalogo, “realizzate con una minuziosa e laboriosa disciplina ( immagini che prendono corpo su una superficie monocroma mediante migliaia e migliaia di capocchie di spilli argentati in sostituzione del disegno tradizionale) appaiono particolarmente originali nella loro capacità di sintetizzare e fondere insieme l’estetica orientale con quella d’Occidente. In effetti, costituiscono una geniale via d’uscita al lavoro strettamente monocromo, dando luogo in pari tempo a una tensione sulla superficie e a un immaginario capace di fissarsi in visione. Nella loro intensa e concentrata tattilità, le nuove opere proseguono lungo l’itinerario di ricerca già intrapreso da Pietrosanti con gli accumuli di frastagliati frammenti di pietra che rivestivano l’ambiente costruito in occasione della mostra Monocromos. I nuovi quadri non sono istallazioni avvolgenti. Però, nel loro esigere una concentrata messa a fuoco, hanno una simile capacità di occupare la totalità della percezione di chi li osserva”. 


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