Migrazioni, ministro lussemburghese Asselborn: "Non si può chiudere il Mediterraneo"




Categoria: ESTERI
27/07/2017 alle ore 10:44



In un’intervista rilasciata a “Der Spiegel”, il ministro degli Esteri lussemburghese Jean Asselborn ha criticato la politica dei rifugiati nella Ue. In merito alle affermazioni del segretario e candidato cancelliere del Partito socialdemocratico tedesco (Spd) Martin Schulz, Asselborn ha detto che quello dei rifugiati “è un problema urgente da affrontare. C’è bisogno di una politica europea comune al riguardo, esattamente l’opposto di quanto sta accadendo”. In particolare, il ministro ha criticato l’atteggiamento dell'Ungheria e quello del ministro degli Esteri austriaco. Secondo il politico lussemburghese non c’è più molto tempo per mettere in atto una politica comune. Non è comprensibile l’atteggiamento dell’Austria, sostiene Asselborn, secondo cui "non si può chiudere il Mediterraneo come fosse una pista da sci”. La situazione libica è particolarmente grave. E' necessario, secondo il Lussemburghese, che le Nazioni Unite e l’Organizzazione internazionale per le migrazioni (Unhcr) migliorino la condizione dei migranti che si trovano nei campi del Paese nordafricano. Ma ciò richiede denaro e personale, e occorre rendere chiaro ai migranti a quali pericoli vanno incontro nella rotta del Mediterraneo. “Quello che sta avvenendo in Italia non è un problema italiano, ma europeo. Altri Paesi dell’Unione devono essere presenti con denaro e logistica. Noi europei dobbiamo aiutare gli italiani nello screening dei richiedenti asilo, stabilendo celermente chi ha diritto e chi no all’ospitalità. Quanti ricadono sotto la convenzione di Ginevra sui rifugiati devono poi essere ridistribuiti in tutta Europa. Gli altri devono essere rimandati a casa loro”, ha chiarito il ministro lussemburghese. Secondo Asselborn occorre istituire una giurisdizione europea per la procedura di riconoscimento e smistamento, non lasciando il compito solo ai paesi alle frontiere esterne dell’Unione. La Corte europea, aggiunge il ministro, dovrebbe agire concretamente contro i Paesi che rifiutano di accettare la loro quota di migranti, facendo pagare loro 250 mila euro di sanzione per ogni persona rifiutata. Se così fosse, sottolinea il settimanale tedesco, la Polonia dovrebbe in tal caso pagare un miliardo e mezzo di euro.

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