Qui Marsilio: vittoria (leghista) schiacciante. Ora si guarda a maggio


Salvini non ha fatto come gli altri "delfini", ma si è misurato con urne e numeri (che lo hanno premiato)


di Leone Protomastro
Categoria: ABRUZZO
11/02/2019 alle ore 13:37



Ci voleva una celebrazione significativa per la destra italiana, come il ventennale dalla scomparsa di Pinuccio Tatarella, per sancire la definitiva mutazione di quella componente che, dalla doppia cifra di An, si sciolse nel Pdl e che oggi riemerge nella nuova Lega nazionale non più padana.

La vittoria di Marco Marsilio non era già scritta, come quel 48% potrebbe indurre superficialmente a pensare, ma è stata figlia di una serie di fattori. Il lavorìo certosino della nuova classe dirigente salviniana, che in gran parte (in Abruzzo come in Campania, in Calabria e in Puglia) proviene dal mondo di Alleanza Nazionale e il trend di cui il vicepremier gode, direttamente proporzionale al crollo grillino.

Ecco spiegati i numeri significativi al centro e al meridione. E non meravigli, dal momento che si tratta dell'elemento di maggiore critica portata al Pdl e al mondo berlusconiano, reo a dire di molti, di non aver mai curato il ricambio. Eccolo dunque, il neo pargolo, nelle nuove forme del leghismo-populismo ma che fa presa tra commercianti, operai, pensionati e casalinghe (non più solo di Voghera, ma anche di Capestrano).

Il salvinismo è stato questo: non chiedere spazio in nome di una generica eredità politica che qualcuno concede al delfino di turno, ma la lotta senza confine nel mare aperto dei voti e solo di quelli. Oggi la Lega da delfino si fa capodoglio e nuota verso nuove acque (nessuno sa ancora se tranquille o agitate).

Il dato della lista Lega è impressionante, perché fagocita come un bulldozer le altre frattaglie del centrodestra. Forza Italia all'8% e Fdi al 6% sono molto al di sotto del 26% leghista. Un gioco di numeri che, se da un lato ha blindato il candidato di Fdi, dall'altro ha dato alla nuova Giunta Marsilio una connotazione squisitamente leghista. E non poteva essere diversamente per via dei numeri oggettivi (questo in Abruzzo).

A Roma la partita, tutti dicono, sia diversa perché giocata con un altro schema, ma con la palla che va sempre in rete per via del nuovo bomber “felpato”.

Come potrà proseguire la marcia del governo giallo-verde con una componente che sale (e salirà anche alle europee) ed un'altra che scende (e scenderà anche alle europee)?

 

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