Inchiesta ricostruzione L'Aquila, Biondi: "lavori teatro proseguono, ma chi ha sbagliato pagherà"


Il Sindaco blinda i funzionari della ricostruzione: hanno fatto un lavoro eccezionale.


di Maria Elena Cosenza
Categoria: ABRUZZO
26/07/2017 alle ore 14:22



“Il cantiere del Teatro Comunale non è stato bloccato”. Così il primo cittadino dell’Aquila, Pierluigi Biondi, sull’inchiesta che ha coinvolto la ricostruzione di 12 edifici pubblici, tra i quali il teatro del capoluogo abruzzese.

“Se, proseguendo le indagini, verranno evidenziate problematiche circa la realizzazione del teatro si farà una perizia e si verificheranno la correttezza e l’adeguatezza dei lavori”. Prosegue Biondi che non tarda a precisare: “Chi ha sbagliato pagherà. Ma non buttiamo la croce su tutti i lavori pubblici né sui dirigenti, sui funzionari, e su tutti coloro che ne fanno parte perchè, queste persone, dal 6 aprile 2009 stanno svolgendo un lavoro straordinario”

“Casi come quello appena evidenziato dalle forze dell’ordine - conclude Biondi - dimostrano che i controlli funzionano”.

L’inchiesta giudiziaria sui lavori della ricostruzione ha portato all’iscrizione nel registro degli indagati di 35 persone, di cui 10 arresti ai domiciliari e 5 interdittive dall’attività professionale.

Agli arresti domiciliari sono finiti Lionello Piccinini, geometra del Segretariato Mibact, Antonio Zavarella, presidente della commissione di collaudo del Teatro comunale, Berardino Di Vincenzo, già segretario regionale Mibact e consulente della Regione, Marcello Marchetti, architetto del segretariato Mibact, Mauro Lancia, cotitolare della Lancia Srl, Giampiero Fracassa, direttore tecnico della Fracassa Rinaldo Srl, Vito Giuseppe Giustino, presidente del Cda dell'Internazionale, Antonio Loiudice, amministratore unico della Edilco, Graziantonio Loiudice, suo figlio, e Leonardo Santoro, geometra dell’Internazionale. Mentre sono stati raggiunti da misura interdittiva, della durata di due mesi, Giancarlo Di Vincenzo, architetto figlio di Berardino, Alessandra Del Cane, Michele Fuzio, progettista dell'Internazionale dei lavori al Teatro comunale, Domenico Pazienza, progettista dell'Internazionale dei lavori al Teatro comunale, e Michele Buzzerio, progettista dell'Internazionale dei lavori al Teatro comunale.

“Concorso in corruzione per l’esercizio della funzione, corruzione per un atto contrario ai doveri d’ufficio, turbata libertà degli incanti, falsità materiale commessa dal pubblico ufficiale in atti pubblici, falsità ideologica commessa dal pubblico ufficiale in atti pubblici, nonché soppressione, distruzione e occultamento di atti veri”. Questa la pesante accusa nei confronti dei soggetti coinvolti, alcuni dipendenti del ministero dei Beni culturali che ha subito avviato un'inchiesta interna.

Secondo gli inquirenti le aziende coinvolte si sarebbero garantite l’assegnazione di gare d’appalto praticando ribassi particolarmente cospicui. E ottenendo successivamente compensazione attraverso il riconoscimento di varianti in corso d’opera. Il compenso per i funzionari si sarebbe concretizzato attraverso l’affidamento di incarichi professionali a parenti o amici, le cui parcelle, proporzionate al valore dei lavori, si arricchivano alla concessione di ciascuna variante, oppure attraverso l’elargizione di somme in denaro.

Per alcuni procedimenti si ipotizza sia la turbativa della gara per l’assegnazione dei lavori sia il relativo pagamento di somme da parte dell’imprenditore al funzionario compiacente, quale corrispettivo per il buon fine dell’accordo. Per evitare le comunicazioni obbligatorie all’Autorità anticorruzione (Anac) e il controllo, sarebbero state opportunamente concordate di volta in volta, con le ditte, perizie di variante al di sotto del 20 per cento dell’ammontare dei lavori, “spacchettando” in questo modo l’importo del recupero del ribasso.

Complessivamente sono state poste sotto osservazione le procedure relative all’assegnazione ed esecuzione di 12 opere di restauro di altrettanti edifici di interesse storico-culturale.