Cerrano Trade, perché D'Orazio s'inalbera col Secolo d'Italia


"Sono stato diffamato e vilipeso nella mia dignità ed onorabilità personale e professionale"


di Redazione
Categoria: ABRUZZO
08/02/2019 alle ore 11:01



Benigno D'Orazio, già amministratore della Cerrano trade srl, rispedisce al mittente intimidazioni e diffamazioni della Destra Romana. Con un articolo apparso sul Secolo D’Italia, diretto da Francesco Storace, si definisce “diffamato e vilipeso nella mia dignità ed onorabilità personale e professionale”.

L’articolo evoca la vicenda della società Cerrano Trade, che ha amministrato quando presiedeva l’Amp Torre del Cerrano, “in modo del tutto parziale e surrettizio”.

Secondo D'Orazio vengono estrapolate notizie afferenti una citazione in sede civile da parte del cda dell’ente, dando per scontato l’esito risarcitorio a suo carico, mentre la causa deve ancora iniziare.

E sottolinea che vengono omessi una serie di passaggi che spiega:

-con il cda dell’ente è in atto una complessa vertenza sia sul piano amministrativo che civile, vertenza dagli esiti tutt’altro che scontati. In particolare il Tribunale di Pescara dovrà a breve pronunciarsi circa la sussistenza di un debito contratto dalla Trade nei confronti della soc. Abruzzo Sviluppo ovvero se sia quest’ultima a dover pagare una somma ingente (100.000 euro oltre interessi) alla stessa Trade. Presso il Tribunale di Teramo è in corso un procedimento teso a contestare l’omologa della esdebitazione prospettata dalla Trade proprio in ragione della vicenda sub judice a Pescara.

-i fondi di cui sopra sono stati essenzialmente utilizzati per lo svolgimento delle attività e dei progetti propedeutici al prestigioso riconoscimento del PRIMO PARCO MARINO CERTIFICATO IN EUROPA, riconoscimento ottenuto nel 2014 e di cui tuttora si fregia l’ente. La Trade ha poi consentito all’Ente di svolgere attività turistiche rilevanti come eventi e visite a Torre Cerrano (oltre 50.000 l’anno) prima chiusa al pubblico. L’attuale cda ha affidato gratuitamente ad un’associazione tale gestione, pur avendo ricevuto un’offerta di 300.000 euro da un consorzio turistico.

E osserva: “Aggiungo solo che in sede penale è già stato archiviato ogni addebito nei miei confronti sempre in ordine alla stessa vicenda. L’articolo menzionato è stato preceduto, in stile tipico di suddetta destra, da messaggi ingiuriosi ed è stato condito da offese tanto gravi quanto gratuite nei miei confronti. Ancor più lesiva della mia onorabilità è la fantasiosa ricostruzione della mia rinuncia alla candidatura in Fratelli d’Italia: in verità ho rinunciato dopo un colloquio con il sen. Marsilio tenutosi presso il Senato il 20 dicembre. A fronte delle difficoltà che lealmente gli prospettavo circa la sua candidatura (solo in minima parte testimoniate dalle cronache dell’epoca) , mi rispose di non preoccuparmi ,”tanto ‘n Abruzzo vince pure ‘n manico de scopa del centro destra”. Appena tornato in Abruzzo, comunicai al mio segretario provinciale che non mi sarei candidato, rinunciando ad un’opportunità che mi avevano offerto da mesi ma che non potevo più accettare”.

Ancora: “Non ho mai partecipato a conviviali o cose di questo tipo con Giovanni Legnini al quale mi lega antica stima ed amicizia, come testimoniato anche da un confronto televisivo del 2013. Per le cose che ho pubblicamente affermato, non altre, ritengo sia lui il miglior presidente possibile di questa Regione, compiendo una scelta sofferta e dolorosa, anteponendo cioè le ragioni del bene della mia terra a quelle dell’appartenenza partitica. Senza chiedere nulla in cambio.

Ma evidentemente ai faziosi ed a coloro che sono abituati a ragionare solo in termini di interessi personali questa cosa non è andata giù. Viva l’Abruzzo, sempre!”

 

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