La versione di Garpez: il Piave mormorò, non passa lo straniero


Caso Diciotti, singolare che, in assenza di una denuncia su fatti circostanziati, la magistratura possa intervenire d'ufficio nelle scelte migratorie


di Garpez
Categoria: La versione di Garpez
25/01/2019 alle ore 11:13



Alla fine è arrivata. La richiesta di autorizzazione a procedere contro il Ministro dell'Interno per il reato di sequestro di persona aggravato (dall'aver commesso il fatto anche nei confronti di minori) è arrivata dal Tribunale dei ministri di Catania.

La vicenda, come certamente avrete letto e ricorderete, trae origine dalla mancata autorizzazione allo sbarco dell’imbarcazione “Diciotti”, nave militare della Guardia Costiera, quando, lo scorso 15 agosto, aveva soccorso nel mar Mediterraneo 190 migranti partiti dalla Libia e diretti in Italia.

Per cinque giorni la “Diciotti” era rimasta bloccata in mare, senza ricevere l’autorizzazione per l’attracco in Italia. Il 20 agosto erano stati fatti scendere a Lampedusa 13 migranti con problemi di salute. La “Diciotti” aveva poi fatto rotta sul porto di Catania, dove era rimasta cinque giorni senza che il governo autorizzasse lo sbarco degli altri migranti a bordo.

Da qui l'accusa di arresto illegale, sequestro di persona aggravato (come detto, sulla nave erano presenti anche dei minorenni) e abuso d’ufficio.

Il Pubblico Ministero aveva, poi, chiesto l'archiviazione del procedimento, ma il Tribunale dei ministri etneo ha, invece, ritenuto che ci siano quantomeno gli estremi del sequestro di persona aggravato.

Ora gli atti verranno formalmente trasmessi in Procura e, di qui, al Presidente del Senato, i cui membri (il Ministro dell'Interno è, infatti, anche un senatore) dovranno decidere se concedere o meno l'autorizzazione a procedere.

Il Ministro dichiara che non retrocederà di un passo, perché la difesa del territorio dello Stato viene imposta dalla Costituzione (art.52), schernendo la decisione del Tribunale che lo considererebbe un delinquente.

ANM ritiene che le affermazioni del Ministro dell'Interno delegittimino l'intera magistratura.

Non mi interessa scendere o commentare le beghe politiche o gli scontri istituzionali, perché invece ciò che ho a cuore è quello di farvi capire quali siano, ovviamente secondo il mio punto di vista, i termini giuridici della questione.

Anzitutto, per ritenere sussistente il reato di sequestro di persona occorrerebbe stabilire se quello di Catania fosse il porto di approdo ed accertare che la presenza di migranti – soggetti in condizione di illegalità – avvenisse mediante coazione e senza la loro volontà.

Ma, in secondo luogo (e da un punto di vista strettamente politico) ritengo irrazionale e singolare che, in assenza di una denuncia su fatti circostanziati, la magistratura possa intervenire d’ufficio nelle scelte migratorie, di pertinenza esclusiva del Ministero dell'Interno, in quanto attengono alla organizzazione degli aspetti di pubblica sicurezza e sanitari.

È proprio vero, come recita la Canzone del Piave, che la Pace non trovò né oppressi né stranieri.

 

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