Regionali d'Abruzzo: i candidati, le invidie, le pance e gli op-op


Uno scontro tra centrosinistra e centrodestra si profila, a dispetto dei sondaggi che danno i Cinquestelle secondi


di Lilli Mandara
Categoria: Maperò
23/01/2019 alle ore 08:39



Ognuno ha l’avversario che si merita: per Marco Marsilio è Legnini, la Marcozzi manco viene nominata durante il forum organizzato ieri dall’Ansa

“Legnini è invidioso dei ministri e dei leader del centrodestra che stano venendo in Abruzzo, se vengono i suoi leader nazionali gli tirano i pomodori”, ha detto il candidato del centrodestra, anche se per lui forse vale il contrario.

Insomma, uno scontro tra centrosinistra e centrodestra si profila in Abruzzo, a dispetto dei sondaggi che danno i Cinquestelle al secondo posto. Dal canto suo, anche Sara Marcozzi se la prende notte e giorno con Legnini, segno questo che avalla l’ipotesi di Rotondi: meglio non disturbare troppo il candidato di centrodestra appoggiato dagli alleati di governo, la Lega in questo caso. E anche ieri non si è smentita:

“Legnini accusa il Ministro Luigi Di Maio di essere troppo presente in Abruzzo. Parole che hanno dell’incredibile, come ci si può lamentare che il Ministro del Lavoro e dello Sviluppo Economico venga nella nostra Regione, ascolti i lavoratori e cerchi le giuste soluzioni per rimediare al crollo dell’occupazione provocato dal fallimentare governo Renzi a da quello regionale uscente? Criticare chi si occupa della nostra regione e del Paese ha del comico”,

conclude Marcozzi. Ignara che proprio il leader del suo movimento sia un comico, ma di quelli veri.

E’ un fatto che molti pezzi del centrodestra si sono staccati per aderire alla coalizione di Legnini, molti in modo ufficiale altri in modo occulto. Ieri per esempio è venuto allo scoperto Benigno D’Orazio, che ha partecipato a Montesilvano alla presentazione del programma della lista civica “Avanti Abruzzo” che fa capo a Daniele Toto.

D’Orazio, presidente dell’associazione Ambiente e/è Vita, ex consigliere regionale ed ex amministratore dell’Area Marina Protetta Torre del Cerrano, ma soprattutto politico di centrodestra e vicino a Fratelli d’Italia, lo scorso 31 dicembre aveva scritto una lettera al presidente di Fratelli D’Italia Giorgia Meloni, in cui chiedeva la sostituzione di Marco Marsilio come candidato presidente del centro-destra alle prossime regionali, entrando poi in rotta di collisione con il Coordinamento provinciale di Fratelli d’Italia di Teramo.

“Benigno D’ Orazio – ha spiegato Legnini – lo conosco da tempo e c’è una amicizia e ha avuto il coraggio di rivendicare l’autonomia dell’Abruzzo nelle scelte politiche e mi fa piacere la sua presenza qui oggi”.

D’ Orazio, rivendicando di essere uomo di centrodestra ha polemizzato con la sua coalizione, spiegando la sua presenza a Montesilvano:

“Ho votato Salvini alle politiche e penso che lo voterò alle Europee. Sono di centrodestra e non ho nulla da rinnegare, ma questo non toglie che in Abruzzo non sia contento e soddisfatto di quello che è successo, e dopo una lunga riflessione ritengo di dover far prevalere le ragioni di questa Regione, rispetto al discorso delle appartenenze, e a fronte di una coalizione molto politicizzata che a mio avviso manca dei requisiti necessari per poter governare questa Regione, io ho scelto il presidente Giovanni Legnini che ha poi condiviso con me il progetto dell’autonomia dell’Abruzzo. Fratelli d’Italia? Resto vicino, anche se sono molto deluso perché trattare l’Abruzzo come una colonia e imporre un candidato contro la volontà di tutto e di tutti è stata una scelta veramente infelice”.

E non è il solo: Legnini nel Teramano ha fatto strage di cuori e ieri ha annunciato che Mauro Di Dalmazio sarà suo assessore esterno in caso di vittoria.

“Ho chiesto a Mauro Di Dalmazio di voler essere componente della nuova squadra di governo al mio fianco. Voglio indirizzare la mia scelta verso un politico capace. Il ruolo e le funzioni e gli incarichi li stabiliremo dopo che sarò eletto, se gli abruzzesi mi vorranno presidente”,

ha detto l’ex vice presidente del Csm. Di Dalmazio, che ha ceduto il simbolo della sua lista a Donato Di Matteo, dal 2008 al 2014 è stato assessore al Turismo della Giunta di centrodestra guidata da Gianni Chiodi, nel 2014 è approdato in Consiglio regionale all’opposizione con Abruzzo Futuro, sempre nella coalizione di centrodestra. Recente la sua decisione di abbracciare la causa del progetto politico di Legnini.

“La prima sorpresa positiva – ha aggiunto Legnini – riguarda il fatto di essere riusciti a definire un progetto politico nuovo e una coalizione ampia che vede anche al mio fianco persone provenienti dal centrodestra e dal civismo”.

Voltafaccia invece da parte del sindaco di Civitella del Tronto Cristina Di Pietro, fino a pochi mesi fa inneggiante al presidente della Regione Luciano D’Alfonso, sempre al suo fianco, sempre riverente.

In questa tornata elettorale invece è passata con Forza Italia e giorni fa ha presentato la candidatura di Cristina Verdoni, arrivando a criticare aspramente la passata amministrazione:

“Era tempo che questa Regione avesse una nuova governance regionale – ha detto il sindaco alla presenza del coordinatore azzurro Nazario Pagano – dal 4 marzo è tutto bloccato e i nostri problemi sono ancora irrisolti. Per la frana di Ponzano, per esempio, abbiamo fatto tutto quello che la Regione ci ha chiesto, tutte le assurde procedure, senza esito. Sono sicura che ci sarà un rinnovamento in meglio e mi complimento con Forza Italia che ha fatto le scelte migliore per il nostro territorio”.

Op-op, il gioco è fatto.

Insomma, i candidati alla Regione parlano alla pancia degli elettori, primo fra tutti il candidato del centrodestra che presto riavrà in Abruzzo al suo fianco Matteo Salvini. E chi meglio di Salvini sa parlare alla pance dei cittadini, cominciando dai migranti e finendo con i post mangerecci. Ma Legnini che lo sa ribatte colpo su colpo, e oggi offre vino e pecorino nel suo comitato di via Piave a Pescara. Per prendere gli elettori (anche) per la gola.

E mentre i candidati si accusano, si insultano, sono e vivono da protagonisti, l’ex governatore Luciano D’Alfonso accusa il colpo e tenta di riacquistare centralità in una campagna elettorale che lo vede completamente escluso. E lo fa da alcuni giorni postando a più non posso schede riepilogative ed enfatiche della sua attività in Regione. E sostenendo con video, post, ricordi del cassetto, il candidato mancato Antonio Di Marco. Anche questo un segnale della netta distanza con Giovanni Legnini.

 

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