Siccità, 200 milioni di danni solo in Abruzzo


La marsica tra le zone più colpite. Ma è stato di calamità in molte regioni italiane


di Maria Elena Cosenza
Categoria: ABRUZZO
24/07/2017 alle ore 09:11



Sono stimate intorno ai due miliardi, su tutto il territorio nazionale, le perdite provocate alle coltivazioni e agli allevamenti. La causa, come è noto in questi giorni di grande caldo, risiede nell’andamento climatico degli ultimi mesi. Temperature e precipitazioni anomale che hanno reso lo stivale tra i primi posti più caldi e siccitosi da oltre 200 anni, ma segnato anche da violenti temporali abbattuti a macchia di leopardo. Con le stesse modalità il territorio nazionale è stato caratterizzato anche da incendi, che hanno colpito indistintamente il nord e il sud.

Coldiretti, la principale organizzazione degli imprenditori agricoli a livello nazionale ed europeo, ha reso noto il primo focus dedicato all’impatto sull’agricoltura nazionale da parte dell’anomala situazione climatica.

Nei campi coltivati lungo tutta la Penisola con il grande caldo e la crisi idrica per gli agricoltori – sottolinea la Coldiretti – è sempre più difficile ricorrere all’irrigazione di soccorso per salvare le produzioni. 

L’allarme siccità si è ormai esteso in gran parte della superficie agricola nazionale con maggiori costi e danni in tutte le regioni anche se con diversa intensità.

Violenti nubifragi con trombe d'aria e grandine a macchia di leopardo hanno fatto peraltro salire il conto dei danni all'agricoltura stremata dalla siccità. 

Gli incendi hanno colpito non solo boschi ma anche animali allevati, pascoli, vigneti e uliveti con un impatto devastante sull’ambiente, l’economia, il lavoro e il turismo. 

Anche l’Abruzzo, come tutte le altre regioni, è stato colpito dall’infausto andamento climatico che ha portato notevoli danni e perdite all’economia regionale.

Nella Marsica, la zona che produce il 25 per cento del Prodotto interno lordo (Pil) agricolo con 13mila ettari di terreno coltivati, sono state registrate, attualmente, notevoli perdite del ricavo. 200 milioni di euro legati alla produzione orticola, all’olivicoltura e alla zootecnia, con conseguenti ripercussioni sull’intera economia regionale.