L'evoluzione inciampa


L'occhio del gatto/Il film/The war, il pianeta delle scimmie/#decimaMusa



Categoria: Maperò
23/07/2017 alle ore 08:24



#TheWarIlpianetaDelleScimmie (Regia: Matt Reeves. Con: Andy Serkis, Woody Harrelson, Judy Greer, Steve Zahn, Ty Olsson, Aleks Paunovic, Terry Notary, Sara Canning, Max Lloyd-Jones, Karin Konoval, Alessandro Juliani, Amiah Miller, Gabriel Chavarria, Michael Adamthwaite, Timothy Webber, James Pizzinato, Lauro Chartrand, Rhys Williams, Dean Redman, Charles Wickman. Genere: Azione, Avventura, Drammatico) 

In questa estate torrida e maleducata, trovare un bel film al cinema è difficile come scovare un politico illuminato. È da un po’ infatti che tradisco il mio pseudonimo per parlarvi di altro. Oggi però sono proprio costretta a tornare al grande schermo per consigliarvi l’ultima puntata del prequel della saga de Il pianeta delle scimmie. Anche se, come d’altronde vale per me, non apprezzate il genere ed anche se non conoscete nemmeno una puntata della storia. Il film è molto semplicemente un capolavoro, un racconto epico e simbolico, un’antologia sul concetto di guerra, di conflitto tra diversi: con continui rimandi e citazioni a eventi storici, a situazioni che hanno visto, nella storia dell’uomo, la sconfitta dell’uomo stesso, o meglio della sua umanità. Il pianeta è conteso tra uomini e scimmie; ma al loro interno sia gli uomini che le scimmie sono divisi. Il panorama descritto è devastato, la natura si riprende il suo spazio sulla “civiltà” umana di cui rimangono pochi scampoli. Protagonista assoluta è la guerra, combattuta con ogni mezzo: tanto che alcune scene rievocano le battaglie dei pellerossa contro gli Yankees, fucili e frecce. Altre ricordano conflitti ancora più lontani nel tempo, quelli del mondo classico, delle truppe romane alla conquista dei territori del nord Europa. D’altronde il protagonista, uno scimpanzé intelligentissimo dagli occhi chiari ed espressivi, si chiama Cesare: è (unico) dotato della parola, essendo cresciuto con degli uomini ed avendo assunto, in passato, una sostanza chimica che era finalizzata proprio ad esperimenti sui primati. Cesare è, nomen omen, un condottiero, un capo naturale: forte, buono, autorevole (è così, vero, Maperolisti, che deve essere un capo?). Passa attraverso questa storia impersonando vari ruoli, ad un certo punto persino quello di Cristo in croce, tradito dal suo stesso fratello, pronto a morire per i suoi simili. Fortissimo e chiaro il richiamo alle persecuzioni razziali, ai campi di sterminio, all’odio per chi non ci è uguale. Che forza hanno quelle immagini, di scimmie che lavorano assetate ed affamate, per costruire un muro. Ancora un simbolo dunque: innalzare una barriera di pietre per difendersi dagli altri. Se state attenti, nel corso della narrazione, troverete metafore e concetti evocativi (in questo la grandezza dell’opera): un fiore primaverile in mezzo alla neve che richiama il senso umano; la parola, la comunicazione verbale che diventa secondaria rispetto all’empatia. Su tutto, più forte di ogni sentimento, è la pietas, la pietà umana in senso classico: un sentimento che supera il bene e l’amore, che prescinde dai legami amicali e familiari. Alla fine vince la natura, in una scena enorme, violenta e purificatrice (in quel contesto) che però a noi tutti non può non fare venire in mente con dolore e spavento, il dramma di Rigopiano. Gli uomini spazzati via. Attenti a non meritarcelo. La scimmia nuda balla, arrampicata su un albero.