Pescara, quel tunnel non andava intitolato a Weil


La protesta di Noi per la famiglia: "Meglio ad Anna Carlini"


di Redazione
Categoria: ABRUZZO
14/01/2019 alle ore 16:17



L’associazione Noi per la Famiglia, presieduta da Carola Profeta e Isabella Martello, sorella di Anna Carlini (giovane violentata e uccisa proprio in quel sottopasso nel 2017)  in una nota, esprimono il loro disappunto per la scelta del Comune di Pescara di intitolare il tunnel della stazione alla filosofa Simone Weil, anziché a lei. 
“Apprendiamo”, dicono Profeta e Martello, “da un articolo apparso sui giornali di venerdì (11 gennaio2019, ndr) che il Comune di Pescara, per voce dell’assessore Simona Di Carlo procederà al più presto all’intitolazione del sottopasso ferroviario a Simone Weil “voce e testimone autorevole del primo Novecento, filosofa, personalità militante in nome della giustizia e il rispetto della dignità umana”. Chissà cosa direbbe la Signora Weil, se fosse viva, nell’apprendere che il suo prestigioso nome viene accostato a un luogo della città, un tunnel, di proprietà delle Ferrovie dello Stato, dato in gestione al Comune di Pescara, dove per anni il degrado disumano ha imperato e dove si è consumato un atroce delitto come lo stupro e la morte di Anna Carlini, una donna indifesa e incapace di comprendere il male che le stavano facendo. Un luogo che il Comune aveva il dovere di controllare e ripulire, ma di cui si è disinteressato per anni, dove erano state apposte delle telecamere che però non hanno mai funzionato, e dove di conseguenza, si è  lasciati liberi, coloro che in quel sottopasso commettevano ogni sorta di reato e degrado umano. È un dato di fatto che sotto quel tunnel si spacciava droga, ci si prostituiva e una donna ha trovato la morte dopo essere stata violentata, nonostante le ripetute segnalazioni e denunce dei cittadini, di alcuni esponenti politici e di associazioni di categoria. 
Oggi quel posto è stato ripulito perché grazie a un finanziamento regionale vuole essere destinato al mercatino etnico e d’ integrazione, così come lo chiamano i dirigenti della sinistra in città, un luogo che innanzitutto è contro la legge regionale speciale n.77 del 13 agosto 2018 – Norme sull’esercizio dell’attività di commercio su aree pubbliche -  art. 82 comma 8. Sinceramente, se fossi nella signora Weil, paladina della giustizia e del rispetto della dignità umana, sarei profondamente indignata se il mio nome fosse accostato a un luogo del genere. Perché in quel luogo non c’è stata né giustizia, perché se ci fosse stato un maggior controllo e una maggiore attenzione, probabilmente Anna sarebbe ancora viva, invece è morta e il suo aguzzino è a piede libero in Romania. L’ associazione Noi per la Famiglia Abruzzo, insieme alla famiglia ha protocollato al Comune di Pescara, il 22 novembre, una richiesta di affissione di una targa in nome di Anna Carlini proprio lì, davanti l’ingresso del tunnel, per ricordarla alla cittadinanza come vittima di violenza e di degrado. Evidentemente, però, alla giunta comunale interessa più nascondere che ricordare”. 

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