M5s, bufera sulle trivelle. Ecco chi protesta


No Triv: "Ecco servito il voltafaccia". Mazzocca ai 5S: "Tornate immediatamente a bordo!"


di Emma Derossi
Categoria: ABRUZZO
10/01/2019 alle ore 08:56



Movimento 5 Stelle nella bufera. Nei giorni scorsi, sul Bollettino Ufficiale degli Idrocarburi e delle Georisorse del ministro dello Sviluppo economico sono stati pubblicati i decreti che rilasciano alla ditta statunitense Global Med tre permessi di ricerca di idrocarburi nel Mar Jonio (per circa 2.220 kmq) e, in Emilia Romagna, decreti che conferiscono la concessione di coltivazione “Bagnacavallo” e proroga della concessione di coltivazione San Potito.

Tutto questo ha scatenato l’ira dei No Triv che hanno duramente attaccato i 5 Stelle: “Alla prova dei fatti, nessuna discontinuità tra l’attuale governo e quelli che lo hanno preceduto. Anche quello in carica, in tutte le sue componenti, è un governo “fossile”.

Avevano lanciato un suggerimento ed un monito: ‘Non veniteci poi a dire che il rilascio di nuovi permessi è colpa dei tecnici o di quelli di prima’. Non provateci! Il percorso e le soluzioni normative vi erano state indicate con larghissimo anticipo, ma nessuna di esse si è tradotta in atti e fatti concreti perché, evidentemente, la situazione politica ed i rapporti di forza tra i due azionisti del Governo Conte non consentono di uscire dalla gabbia del “fossile”’. 

COSTA

Ma la reazione del Movimento è arrivata immediatamente con il ministro dell’ambiente Sergio Costa che non ci sta: “Non ho mai firmato autorizzazioni a trivellare il nostro Paese e i nostri mari e mai lo farò. I permessi rilasciati in questi giorni dal Mise sono purtroppo il compimento amministrativo obbligato da un sí dato dal ministero dell’Ambiente del precedente Governo, cioè di quella cosiddetta sinistra “amica dell’ambiente”. Siamo e resteremo contro le trivelle. Per questo, incontrerò personalmente i comitati No triv di tutta Italia”. 

MAZZOCCA

Al coro dei No Triv si aggiunge anche il sottosegretario alla presidenza della Regione Abruzzo Mario Mazzocca che richiama all’ordine i 5 Stelle: “Come il Comandante Gregorio De Falco (l’ultimo espulso dai 5 stelle) apostrofò Schettino per richiamarlo ai suoi doveri verso i passeggeri della Costa Concordia, così si dovrebbe dire a Di Maio e Soci che hanno autorizzato la ricerca di idrocarburi nel mar Ionio, dopo aver fatto una campagna elettorale con lo slogan “NO Triv”, ingannando di fatto un intero popolo, una volta giunti al governo. Non è la prima volta che ciò accade agli epigoni di Grillo: tutti ricordiamo Di Battista promettere ai pugliesi che, una volta al governo, i 5 stelle avrebbero bloccato la TAP in un quarto d’ora, o Di Maio dire che era finita l’epoca dei condoni, che avrebbero chiuso e riconvertito l’ILVA, che avrebbero bloccato la TAV … e così via.

«Tornate a bordo ca**o !!!», verrebbe da dirgli «e spiegate a chi ha creduto al vostro millantato impegno a fermare le trivelle questa brusca inversione di rotta. E non provate nemmeno a menarcela con frasi tipo “Si tratta di una decisione del governo precedente". Perché, allora, dovreste dirci quali decreti avete approvato per sospendere gli effetti di quelle leggi che dichiarate di avere combattuto. 

La verità vera è che siete il governo del Cambianiente! Chi finora ha riportato qualche successo nella lotta contro lo sviluppo delle fonti fossili, oltre al vasto movimento di lotta popolare, sono state le 10 Regioni che, seguendo l’esempio della Regione Abruzzo, hanno indetto un referendum, per la prima volta nella storia repubblicana, contro la  legge che reintroduceva l’autorizzazione alla ricerca di gas e petrolio entro le 12 miglia dalla costa. Sono state quelle Regioni, tra cui l’Abruzzo, che hanno vinto significative battaglie davanti alla Corte Costituzionale su alcuni aspetti dell’art. 38 dello Sblocca Italia e che, ancora oggi, costringono il governo a confrontarsi nei tribunali, in assenza di una qualsivoglia novità normativa introdotta dai nuovi governanti.

Un decreto, in realtà, questo governo l’ha fatto: il cosiddetto “Decreto Sicurezza”, certo non contro le trivelle ma contro i migranti. Una norma criminogena (come l’ha definita il sindaco di Palermo Leoluca Orlando) che una persona retta e seria come il Comandante De Falco si è rifiutata di votare e per questo è stata espulsa dal #Mò-Vi-Mento”. 

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