La versione di Garpez: sindaco contro ministro


L'art. 13 è una legge dello Stato a tutti gli effetti, pienamente in vigore dallo scorso 4 dicembre, che piaccia o meno


di Garpez
Categoria: La versione di Garpez
09/01/2019 alle ore 08:39



Sarete certamente a conoscenza, cari amici lettori, della disputa che si è accesa tra i Sindaci di alcune regioni (in particolare e come capofila, il primo cittadino di Palermo) ed il Ministro dell'Interno, relativamente alla concreta applicazione di una delle norme del cosiddetto “decreto-sicurezza” (la legge n. 132 del 2018, di conversione del decreto legge n. 113 dello stesso anno) in materia di immigrazione. 

In particolare, il Sindaco di Palermo ha dato espresso mandato a tutti i dipendenti pubblici del proprio Comune di disapplicare l'art. 13 del decreto-sicurezza, poiché ritenuto incivile, immorale ed anticostituzionale.

Vediamo di capire di cosa si tratta.

L'art. 13 della legge n. 132 del 2018 (già criticato persino dal Presidente della Repubblica in sede di promulgazione) stabilisce che il permesso di soggiorno rilasciato ad un richiedente asilo non è sufficiente per iscriverlo all’anagrafe e, di conseguenza, per concedergli il diritto alla residenza.

I comuni, dunque, non potranno più rilasciare a chi ha un permesso di soggiorno la carta d’identità né consentirgli l’accesso a servizi come l’iscrizione al servizio sanitario nazionale o ai centri per l’impiego.

Ora, il decreto-sicurezza, e quindi l'art. 13, è una legge dello Stato a tutti gli effetti, pienamente in vigore dallo scorso 4 dicembre, che piaccia o meno.

In particolare, l’amministrazione comunale è sempre chiamata ad applicare la legge, anche quando ipoteticamente potrebbe presentare dei profili di illegittimità costituzionale. Non può disapplicarla, tranne quando si tratti di una legge palesemente liberticida, cioè che provoca la rottura dell’ordinamento democratico.

Il Comune, così come il singolo cittadino, può soltanto rivolgersi al giudice ordinario, anche attivando una procedura d’urgenza. Sarà il giudice che, eventualmente, solleverà la questione di legittimità davanti alla Corte se riterrà che la norma violi dei diritti fondamentali.

Inoltre, da un lato, l'articolo 142 testo unico degli enti locali prevede che il Ministro dell’Interno possa rimuovere i sindaci se colpevoli di gravi e persistenti violazioni di legge; dall'altro, i Prefetti sono teoricamente tenuti a denunciare per abuso d'ufficio tutti quei Sindaci che dovessero, come accaduto a Palermo, disapplicare l'art. 13 del decreto-sicurezza.

Spero di non avervi annoiato troppo, ma credevo fosse opportuno fare un po' di chiarezza in mezzo a tutto questo polverone che si legge sui giornali e che i notiziari continuano a propinarci.

Personalmente, ritengo che ci debba essere un giusto equilibrio tra la garanzia dei confini nazionali ed il rispetto dei diritti fondamentali di ogni individuo, cittadino o straniero che sia, perché questo esige la nostra Costituzione e, soprattutto, i principi di diritto comunitario.

In attesa di capire come va a finire, non resta che accettare come “dura lex, sed lex".

 

twitter@ImpaginatoTw