Ungheria-Italia: Orban a Gentiloni, Italia chiuda i porti




Categoria: ESTERI
21/07/2017 alle ore 17:14



Budapest. L’Italia dovrebbe chiudere i suoi porti per arginare i flussi migratori nel Mediterraneo. Lo ha detto il premier ungherese, Viktor Orban, in un’intervista all’emittente radiofonica pubblica “Kossuth”. Secondo Orban, l’Italia ha due possibilità: la prima è chiudere i porti, mentre la seconda è accettare l’assistenza offerta proprio dai paesi del Gruppo di Visegrad (Polonia, Repubblica Ceca, Slovacchia e Ungheria – V4) con una lettera rivolta a Gentiloni che è stata pubblicata al termina della riunione che si è svolta a Budapest dei giorni scorsi. "L'Austria e la Germania ne hanno avuto abbastanza", aggiunge Orban. Nella missiva, si legge che il V4 segue con grande attenzione e partecipazione gli sforzi che l’Italia sta compiendo per affrontare la pressione migratoria e la conferma che i governi dei quattro paesi sono “pronti a fornire un contributo agli sforzi italiani ed europei per fermare le partenze dalla Libia e dalle altre aree del Nord Africa e interrompere i flussi migratori irregolari diretti in Europa e, specialmente, in Italia”.

“Il nostro approccio si basa su una verifica effettiva delle cause dei flussi migratori e si riflette nelle nostre politiche secondo cui la grande maggioranza dei flussi è composta da migranti economici. Crediamo che i veri richiedenti asilo dovrebbero essere identificati prima di entrare nel territorio dell’Unione europea”, proseguono i quattro premier del V4. I confini esterni dell’Ue devono essere protetti, secondo quanto si legge nella lettera. “L’Ue e i suoi paesi membri dovrebbero stanziare risorse finanziarie per creare delle condizioni sicure e nel rispetto degli standard umanitari in hotspot e strutture di accoglienza al di fuori del territorio dell’Ue. I paesi del V4 sono pronti a dare un contributo significativo nello spirito di solidarietà a tutti gli sforzi nazionali ed europei volti ad alleviare la situazione dei paesi di frontiera, come nel caso dell’Italia, con contributi finanziari e di altro genere, in linea con il nostro approccio generale e nel quadro delle nostre capacità nazionali”, proseguono i quattro premier, che, tuttavia, “escludono azioni e strumenti che potrebbero creare un rafforzamento dell’immigrazione, in particolare il meccanismo compulsivo e automatizzato di ricollocamento”.

Sulla base di queste necessità i paesi del V4 offrono il loro contributo nelle seguenti aree: “Contributo su richiesta alle attività dell’Ue ai confini meridionali della Libia; sostegno nella gestione, protezione e garanzia delle condizioni di vita negli hotspot al di fuori del territorio dell’Ue; contributo all’addestramento della Guardia costiera libica; contributo a rafforzare le capacità dell’Ufficio europeo di sostegno per l’asilo (Easo); collaborazione a garantire il rispetto del codice di condotta delle Ong”. In conclusione i premier del V4 ribadiscono il loro comune sostegno all’Italia e propongono un dialogo volto a identificare i principali temi in cui fornire il loro contributo. La lettera, inviata al termine della riunione dello scorso 19 luglio, è stata controfirmata dai premier dei quattro paesi: l’ungherese Viktor Orban, la polacca Beata Szydlo, il ceco Bohuslav Sobotka e lo slovacco Robert Fico.

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