Tutti i segnali preoccupanti per l'economia abruzzese


Secondo gli ultimi dati rielaborati dall'Aps "M.Ciancaglini" sui valori del mercato del lavoro


di Laura Battista
Categoria: ABRUZZO
18/12/2018 alle ore 15:21



Secondo gli ultimi dati rielaborati dall'Aps "M.Ciancaglini" sui valori del mercato del lavoro abruzzese, 67 mila persone sono disoccupate, il doppio rispetto al 2008, anno in cui è iniziata la crisi economica. Il tasso di disoccupazione ha superato il 12% contro il 9,7% dell'anno precedente ed il 9,3% della media dell'Italia.

L'Abruzzo nei primi 9 mesi del 2018 ha perso26 mila posti di lavoro (– 5,1% rispetto al 2017). Un trend negativo determinato dal calo consistente nell'industria con 22 mila occupati in meno ( -13,3% rispetto al 2017).

Questo ha determinato un abbassamento del tasso di occupazione di quasi 3 punti percentuali portando i territori abruzzesi al 56,8%, inferiore alla media nazionale del 58,9%. Solo il settore delle costruzioni registra un leggerissimo aumento, passando da 38 a 39 mila occupati.

Un calo dell'occupazione confermato anche dai dati dell'INPS (Osservatorio del precariato), dove le cessazioni nel complesso sono in aumento rispetto all'anno precedente: a crescere sono le cessazioni di tutte le tipologie di rapporti a termine mentre diminuiscono quelle dei rapporti a tempo indeterminato. Da un'analisi suddivisa per trimestre, che analizza in modo dettagliato i flussi, si registra nel 2018 un'impennata, in modo particolare da luglio a settembre, della cessazione dei contratti a termine. Si continua ad avere un'occupazione che non è di qualità e non è stabile perché comunque il contratto a termine e stagionale regola quasi l'85% delle nuove assunzioni.

Ecco cosa ha dichiarato in merito a tale allarmante situazione il Segretario della CISL AbruzzoMolise, Leo Malandra: "Le aziende hanno scelto di non rinnovare i contratti perché ingabbiati nelle causali stabilite dal cosiddetto "Decreto Dignità" che avrebbe dovuto favorire l'aumento dell'occupazione stabile e il turn over dei lavoratori, invece non ha considerato che le aziende, in un clima socio economico politico così incerto, restano in attesa di un quadro più chiaro. Abbiamo proposto al Governo di prevedere una modifica legislativa secondo cui, a stabilire la causali, possa essere anche la contrattazione aziendale, per garantire maggiore flessibilità alle singole imprese, accompagnata dall'eliminazione dell'aggravio contributivo dello 0,5% sui rinnovi".

Ed ancora ha proseguito: "Le esportazioni continuano a trainare l'economia regionale anche se il valore dei prodotti esportati all'estero è aumentato solo del 3,5%. Il report della CISL sottolinea come il lieve calo della provincia chietina, locomotiva d'Abruzzo nell'export, non sia determinato da una crisi del sistema produttivo delle grandi imprese e dell'indotto: i loro prodotti continuano ad essere competitivi e richiesti sul mercato”.

Ha poi evidenziato il Prof. Mauro: "Se consideriamo l'ultimo trimestre dell'andamento dei beni esportati all'estero, registriamo un incremento che non raggiunge il punto percentuale (0,4%) influenzato in particolare dai mezzi di trasporto”.

Spiegando i dati dell'ISTAT, ha aggiunto Leo Malandra: "La ripresa della crescita, fino al II trimestre 2018, è stata fortemente sostenuta da un aumento delle esportazioni e dal consumo interno. La ripresa, invece, nel III trimestre, si é affievolita sia per il rallentamento delle esportazioni (20% del PIL) che per la stagnazione dei consumi interni (80% del PIL abruzzese). L'Abruzzo, oltre alle difficoltà economiche del Paese, paga soprattutto la mancanza da anni di una concreta, visibile e verificabile politica regionale di programmazione e sviluppo strategico complessivo, che ridesse respiro all'economia attraverso azioni di sostegno alle imprese (in innovazione, ricerca, formazione, microcredito, Industria 4.0) ed investimenti pubblici in infrastrutture (quelli privati della grande industria non sono mancati). Intollerabili sono state le lentezze ed i ritardi con i quali la politica e la burocrazia sono diventate freno anziché volano dello sviluppo. Le fragilità e le debolezze del mercato del lavoro regionale si sono accentuate in un sistema in cui a grandi imprese, ancora fortemente competitive, si affiancano PMI, micro imprese e imprese artigiane ancora stremate dalla crisi, spesso carenti di liquidità ed a gestione famigliare, sottocapitalizzate, sottodimensionate, scarsamente disponibili a consorziarsi per fare innovazione e ricerca, ed essere così più competitive sul mercato nazionale e internazionale”.

Ha così commentato il Prof. Giuseppe Mauro dopo un'analisi dettagliata dei dati: "In un clima d'incertezza, di una non crescita del Paese e delle turbolenze sui mercati internazionali, il mondo delle imprese rinvia le decisioni sugli investimento e sul rafforzamento occupazionale; le aspettative non ottimistiche dello scenario economico nazionale ed internazionale hanno avuto delle ripercussioni nel mondo del lavoro, portando le imprese a non rinnovare i contratti a tempo determinato".

Ha infine concluso Malandra: "In vista delle imminenti elezioni politiche chiederemo a tutte le forze politiche come intendano sostenere nei loro programmi sviluppo, crescita e occupazione dei nostri territori. Riprenderemo un confronto, che vorremmo molto più concreto e fattivo, per aprire al più presto i numerosi cantieri in opere infrastrutturali da tempo programmati, nonché dare finalmente piena attuazione al MasterPlan e alla Carta di Pescara, ma anche per rafforzare ulteriormente il sostegno alle piccole e piccolissime imprese, attraverso una politica di tutoraggio e creditizia di vantaggio a loro favore. Non deve essere inoltre sottovalutato il ruolo che potrebbe avere la costituzione della ZES, avviata dal Presidente Lolli, se strettamente collegata al riconoscimento del corridoio Tirreno-Adriatico, tra Civitavecchia ed Ortona, quale collegamento della penisola Iberica, all'Italia ed alla penisola Balcanica ed al Medio Oriente, con l'inserimento nelle grandi rotte commerciali previste dall'Europa tramite le vie di comunicazione Ten-T, in funzione di uno sviluppo armonico dell'intero Abruzzo tra le sue aree costiere e le sue aree interne".

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