Ucciso il killer di Strasburgo, non sapremo mai chi lo protegge

Dopo la caccia al killer di Strasburgo, durata 48 ore, ad appena qualche centinaia di metri dal luogo in cui fece perdere le sue tracce dopo aver fatto strage al mercato di Natale, Cherif Chekatt è stato localizzato e 'neutralizzato', ossia ucciso.

La folle e forsennata fuga del terrorista è finita a rue Lazaret, dove i passanti, dietro le transenne, hanno applaudito ai poliziotti impegnati nel blitz decisivo.

Neppure un'ora dopo la sua morte l'Amaq, l'agenzia dello stato Islamico, ha diffuso la notizia della rivendicazione dell'Isis: "Chekatt era un nostro soldato ed ha portato avanti l'operazione per vendicare i civili uccisi dalla coalizione internazionale".

Secondo alcune fonti della polizia, il blitz che ha messo fine alla fuga del killer è scattato quando la BST, la Brigata specializzata sul terreno, è stata avvertita da una donna che lo ha riconosciuto per strada.

Era il "suo" quartiere, la zona che conosceva palmo a palmo, e dove potrebbe aver goduto di appoggi in queste ore. Il tassista costretto ad accompagnare Chekatt durante la sua fuga ha rivelato che il terrorista, gli aveva confidato di aver ucciso per "vendicare i fratelli in Siria". Il tassista, musulmano e con vari oggetti di ispirazione islamica nell'abitacolo, ritiene di essere stato risparmiato proprio per la sua religione.

Intanto il bilancio ufficiale dei morti è di 3 persone; Kamal, l'afghano colpito con il bambino in braccio mentre passeggiava fra i banchi del mercatino, è deceduto dopo alcune ore di morte cerebrale.

Lotta contro la morte Antonio Megalizzi, il reporter italiano colpito alla testa, mantenuto in coma farmacologico dai medici che parlano delle prossime 48 ore come 'decisive'.

Un amico stretto di Chekatt, che lo aveva anche ospitato la notte precedente l'attentato, era stato posto in stato di fermo ed è interrogato in queste ore. E' il quinto fermato dopo il padre, la madre e due fratelli del latitante.

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