Pescara Abruzzo Wine, ecco come si legano vino e turismo


L'organizzatore Nino Catani: "Educare i giovani a bere correttamente"


di Anna Di Donato
Categoria: ABRUZZO
13/12/2018 alle ore 14:26



Tre giorni di degustazioni, 34 cantine abruzzesi e 96 vini in rassegna nella 13esima edizione di Pescara Wine che ha avuto grande successo anche quest’anno con un notevole riscontro di pubblico. Al centro della manifestazione vini delle migliori qualità e un concorso che ha visto assegnare numerosi riconoscimenti. Per saperne di più ecco le parole di Nino Catani, una delle anime dell'iniziativa.

Com’è nata l’idea del Pescara Abruzzo Wine?

È nata nel 2004 su iniziativa dell’allora presidente del Consiglio comunale di Pescara Gianni Melilla e del professor Nicola Mattoscio, allora presidente della Fondazione Caripe in collaborazione con me e altri due sommelier. 

La manifestazione è giunta alla sua 13esima edizione. C’è qualcosa che vorreste migliorare o cambiare?

Mi piacerebbe che le cantine invece dei depliant ci inviassero la rete dei punti vendita in cui si può trovare il prodotto perché quando una persona assaggia un vino e ne resta colpita chiede al sommelier dove si vende e noi ovviamente non possiamo conoscere la rete di vendita delle cantine. Questo è un aspetto che metteremo a punto il prossimo anno per migliorarlo. 


Il successo della vostra manifestazione mostra che c’è grande interesse per il vino di qualità. Che caratteristiche deve avere un vino qualitativamente appetibile?

Sono un insieme di fattori. Oltre al discorso qualità che è un minimo comune multiplo di tutti i vini abruzzesi che sono tutti di elevata qualità, bisogna che il vino resti in un range di prezzo interessante perché noi siamo una delle regioni in cui un ettaro di vigneto costa da 30 a 40.000 euro e non possiamo vendere bottiglie di Montepulciano a 60/70 euro come fa qualcuno, perché ad esempio in Piemonte o in Toscana un ettaro di vigneto costa 1 milione, 1 milione e mezzo di euro, quindi bisognerebbe che oltre al discorso qualità ci fosse anche un giusto prezzo. 

Quest’anno avete ricordato due grandi esponenti del mondo vinicolo abruzzese, il cavalier Giovanni Bosco e Antonio Costantini. A quest’ultimo è stata dedicata una pubblicazione. Di cosa si tratta?

Noi del Pescara Abruzzo Wine siamo sempre molto attenti a quello che succede e come abbiamo fatto per Valentini, Masciarelli e D’Onofrio, anche quest’anno con la dipartita del cavalier Costantini che era un grande amico personale e della manifestazione, abbiamo chiesto un contributo all’enologo Riccardo Brighigna, al sindaco di Città Sant’Angelo e a Roberto Melchiorre docente dell’Ipssar che pubblica di vini e collabora da sempre col Pescara Abruzzo Wine, per pubblicare un ricordo del suddetto Costantini, approfondendo la cultura che ha lasciato in questi anni il personaggio. Poi è accaduto che qualche mese fa è andato via anche il cavalier Bosco a cui abbiamo dedicato delle slide per ricordarlo durante l’evento e il prossimo anno realizzeremo una pubblicazione anche per lui.

Come intrecciare vino, turismo 2.0 e sviluppo futuro?

È un qualcosa a cui mi sto dedicando a tempo pieno, infatti nella realizzazione del Centro dei Prodotti Tradizionali d’Abruzzo che sto svolgendo a Carsoli per conto del Ministero ho fatto un accordo per far sì che anche in vista di quello che può essere un allungamento della stagione turistica siano monitorati turismo, cultura gastronomica e biodiversità abruzzesi. Abbiamo anche messo su un equipe di medici, sociologi e sommelier per educare i giovani a bere correttamente. 

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