Tutte le perplessità di Alberto Di Giandomenico sul nuovo Ospedale antisismico di Sulmona


"L'insoddisfazione nasce dalla constatazione che si tratta solo di un nuovo edificio, antisismico è vero, ma su carta"


di Redazione
Categoria: ABRUZZO
10/12/2018 alle ore 19:44



Alberto Di Giandomenico, coordinatore del Movimento Italica, in merito al primo Ospedale antisismico d'Abruzzo, che ha sede a Sulmona, ha espresso qualche perplessità: "L'insoddisfazione nasce proprio da una premessa che purtroppo si tratta solo di un nuovo edificio, antisismico è vero, ma rassicurazioni a parte, su carta nulla ci garantisce su una ripresa dell'Ospedale Peligno”, ha così spiegato il portavoce del Movimento d'identità e territorio.

Ed ancora ha proseguito: “Di fatto l'ospedale di Sulmona resta con la sua cronica carenza di personale e rischiamo quotidianamente di perdere pezzi, come il Punto nascita, per questo l'insoddisfazione".

Il nuovo nosocomio aprirà fra qualche mese e a tal proposito Di Giandomenico ha dichiarato che è giusto che sia stato costruito perché “garantire servizi sanitari adeguati nella vecchia struttura inagibile non era ammissibile”, evidenziando tuttavia che un edificio non garantisce il diritto alla salute, ma ne è solo una premessa.

Ha quindi continuato: “L'ospedale è perfetto; adesso lo dobbiamo riempire e per farlo, abbiamo bisogno di capire davvero il ruolo che rivestirà il nosocomio ovidiano nella rete ospedaliera regionale. Un comprensorio tanto vasto, a rischio sismico massimo, e così difficile da raggiungere per i collegamenti, resta per le comunità delle aree interne la prima risposta utile alle grandi emergenze e l'ospedale deve essere attrezzato per questo e come punto di riferimento per i presidi di frontiera, con i nosocomi satelliti oramai svuotati, ma anche per le eventuali emergenze legate alle località turistico-montane sempre più frequentate”.

Ha poi sottolineato che occorre riconoscere all’Ospedale, il Primo livello e collegarlo a quello di Popoli e di Castel Di Sangro.

Ha altresì aggiunto che è necessario adeguare i servizi alle mutate richieste di un territorio che invecchia, rispondendo ad esigenze locali, come l'assistenza domiciliare.

Ha infine concluso Di Giandomenico: “Se l'ospedale nuovo è una manifestazione di fiducia di Regione e Direzione Asl, occorre allora che si continui ad investire sulle aree interne anche in termini di personale medico, infermieristico e facendo in modo che questo territorio non dipenda da altri. Occorrono primari, una specializzazione almeno per rispondere alla domanda di cura dell'intero territorio servito".

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