Ecco perché la dottoressa Fioravanti ha scritto una lettera al Presidente Mattarella


Bruciare i rifiuti (CSS, Combustibile Solido Secondario) all'interno dei cementifici inquina l'aria dieci volte di più di un comune inceneritore


di Redazione
Categoria: ABRUZZO
09/12/2018 alle ore 09:00



La dottoressa Maria Fioravanti, presidente del Comitato “Aterno Aria” ha inviato una lettera al Presidente Mattarella, attraverso il canale istituzionale del Quirinale.

Nella lettera, rimarcando le proprie origini aquilane, precisamente del piccolo comune di Barete, sottolineando l’educazione ricevuta e basata sul rispetto, anche dello Stato italiano, ha quindi aggiunto che, a differenza degli altri cittadini aquilani, non si è recata a Piazza Duomo per reclamare la sua attenzione (in occasione della sua presenza in città per la riapertura della Chiesa delle Anime Sante) in merito a quanto sta accadendo nel loro territorio.

Eppure, la dottoressa Fioravanti, nella lettera, ha evidenziato la situazione preoccupante che da oltre cento anni caratterizza purtroppo la Valle dell’Aterno, dove è in costante attività, un cementificio. Da un anno è stato autorizzato, ‘grazie’ alla legge Clini, a bruciare rifiuti all’interno dell’altoforno. La Fioravanti ha riportato i risultati di importanti studi, come lo studio condotto dallo staff del dottor Fabrizio Bianchi, dirigente dell’unità epidemiologica ambientale e registri di patologia del CNR; ebbene, tali studi hanno evidenziato che bruciare i rifiuti (CSS, Combustibile Solido Secondario) all’interno dei cementifici, inquina l’aria dieci volte di più di un comune inceneritore.

Dunque ha spiegato: “È importante precisare anche che il cementificio ha ricevuto un contributo di due milioni di euro per potenziare la linea del suo metanodotto per poter aumentare la potenza dell’altoforno. Ma allora perché necessita del CSS?”

Ed ancora: “I bambini che oggi hanno con emozione salutato il Presidente della Repubblica stringendo tra le mani i piccoli tricolori e liberando verso il cielo azzurro i palloncini della rinascita e della speranza, sono gli stessi bimbi che respirano, senza saperlo, gli inquinanti sprigionati pochi metri più in là”.

La dottoressa ha poi continuato, precisando nella lettera, che il loro Comitato si è già rivolto a tutte le istituzioni e amministrazioni locali, finanche alla direzione dell’azienda, attualmente denominata “ItalSacci”: ma ad oggi purtroppo non hanno ottenuto alcun risultato.

Ha così precisato: “Non solo, per assurdo si è venuto a creare un danno sociale: i lavoratori temono che la nostra richiesta di cessare questo uso sconsiderato del CSS possa portare alla chiusura dell’impianto e quindi alla perdita del posto di lavoro”.

Ha infine concluso la dottoressa Fioravanti, sottolineando come la natura sia una spugna che prende e restituisce (le serie storico-epidemiologiche di quei territori sono ben note): “Pretendere l’applicazione dell’articolo 32 della Costituzione è la dimostrazione del mio rispetto verso lo Stato italiano dal quale però mi aspetto la coerenza verso i suoi stessi insegnamenti”.

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