La versione di Garpez: con fattura o senza?


Si tratta, senza dubbio, di un reato e, precisamente, di evasione fiscale


di Garpez
Categoria: La versione di Garpez
06/12/2018 alle ore 06:00



Ditemi la verità, quante volte vi è capitato di sentirvi rivolgere questa domanda dal professionista di turno, dopo aver svolto la propria attività in vostro favore?

Chiariamoci subito: la categoria dei “con fattura o senza" è senz'altro eterogenea, quindi non limitiamoci a riferimenti piuttosto scontati, visto che la richiesta di pagamento al netto degli oneri fiscali rappresenta una prassi piuttosto diffusa.

L’esecutore dell’opera o dell'attività intellettuale spesso promette un sostanzioso sconto (quantomeno pari all’IVA) a chi accetta di pagare tutto o un anticipo del prezzo in nero, tramite contanti, senza quindi ricevere fattura.

Si tratta, senza dubbio, di un reato e, precisamente, di evasione fiscale, di cui risponde in via esclusiva colui il quale incassa il pagamento “in nero", e non anche colui che versa la somma di denaro senza fattura. Chi paga “in nero”, infatti, non rischia alcuna sanzione di carattere tributario o penale. L’obbligo dell’emissione della fattura è posto a carico solo di chi riceve i soldi e, duque, l’accordo tra le parti di non procedere alla regolarizzazione fiscale del pagamento va a solo discapito dell’esecutore del lavoro.

Pertanto, chi prima ha accettato di eseguire un pagamento “in nero” in cambio di uno sconto sul prezzo, può successivamente imporre l’emissione della fattura o segnalare l’accaduto all’Agenzia delle Entrate.

Ora veniamo ai motivi per i quali spesso si richiede e si accetta il pagamento di una somma al netto degli oneri fiscali (ossia, in buona sostanza dell'IVA) che, in tal modo, vengono sottratti all'erario.

Mi sento in dovere di spezzare una lancia in favore di tutti i liberi professionisti italiani: il carico fiscale cui vengono sottoposti è pari, a conti fatti, almeno al 60-70% del reddito percepito, che viene letteralmente dissanguato tra IVA, addizionali regionali e comunali, IRAP ed IRPEF.

Questo non vuol dire affatto che violare la legge ed evadere il fisco sia un atteggiamento da incoraggiare, per carità, ma rappresenta un dato di comune buon senso, ancor prima che di specifici studi economici, quello secondo il quale all'aumento oltre la soglia di ordinaria tolleranza della pressione fiscale, aumenta corrispettivamente il fenomeno di evasione, in quanto il libero professionista si sente “strangolato” dalla Stato, che assume un ruolo di “estorsore" legalizzato.

Quanto a noi, visto che la maggior parte delle spese sostenute sono detraibili nella misura massima del 19%, mi pare logico che ciascuna famiglia, che non riesce ad arrivare a fine mese, si faccia i propri conti. Invece di continuare ad aumentare le tasse, perché non ridurre gli sprechi?

Ecco, bella domanda. Sono almeno trent'anni che attendo una risposta.

 

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