Cosa c'è dietro il passo indietro del Qatar dall'Opec?


Mentre Usa e Cina siglano una tregua temporanea sospendendo la guerra commerciale, Doha punta tutto sul gas naturale


di Francesco De Palo
Categoria: Francesco De Palo
03/12/2018 alle ore 10:40

Tag correlati: #depalo#gas#kosmondo#opec

Mentre Usa e Cina siglano una tregua temporanea sui dazi, sospendendo la guerra commerciale e puntando ad un patto in occasione di una cena di lavoro sabato sera al G20 di Buenos Aires, arriva dal Qatar una notizia che monopolizzerà l'attenzione di mercati e cancellerie. 

Doha abbandonerà l'OPEC all'inizio del nuovo anno, minacciando così di rompere l'unità consolidata del gruppo proprio mentre si tenta di mantenere una coalizione globale per il controllo del mercato petrolifero. Dal 2019 si concentrerà sul gas naturale, così come osservato dal ministro dell'Energia Saad Sherida Al-Kaabi.

In passato medesima scelta era stata fatta dall'Ecuador nel 1992, dal Gabon nel 1995 (per farvi ritorno 21 anni dopo) e dall'Indonesia.

Ma cosa si cela dietro la decisione clamorosa del Qatar, membro dell'OPEC dal 1961? Un ruolo non secondario lo sta giocando il rapporto con l'Arabia Saudita, con cui le relazioni sono altalenanti e tendendi verso la rottura. Infatti i sauditi nel giugno scorso hanno caldeggiato uno stop al Qatar, con collegamenti diplomatici saltati, accordi commerciali messi in stand by, trasporti a singhiozzo: il tuto motivato dalla presunta vicinanza di Doha a gruppi estremisti e all'Iran.

In secondo luogo la consapevolezza che lo scenario futuro si baserà su un altro combustibile che sta già influenzando strategie, alleanze e nuove dinamiche: il gas naturale. Un trend chirurgico, per comprendere la portata del quale è sufficiente osservare analiticamente la scomposizione geopolitica del Mediterraneo orientale, con la nascita del nuovo quadriumvirato tra Israele, Egitto, Cipro e Grecia.

E così mentre i reali del Qatar sono pronti ad acquistare due hotel a Taormina, il Timeo e il Sant'Andrea, Saad al-Kaabi conferma che la strategia globale è mutata: "Non abbiamo un grande potenziale petrolifero, siamo molto realisti. Il nostro potenziale è nel gas".

Si apre di fatto una nuova fase della politica energetica globale, con vecchi e nuovi players che stanno ricalibrando mosse e contromosse: un momento, questo, di grandi cambiamenti, che si intrecciano con leader e sfide sempre più globali.

Sbagliare adesso significherebbe compromettere una buona fetta di futuro da qui al 2050. E anche il Qatar ne è pienamente consapevole.

 

twitter@ImpaginatoTw