L'Isis si riorganizza in Libia




Categoria: ESTERI
17/07/2017 alle ore 15:19



I vasti deserti nella parte meridionale della Libia sono in mano già da anni a miliziani provenienti dai paesi limitrofi: mercenari, contrabbandieri e altri criminali. In quell'area si starebbe riorganizzando anche lo Stato islamico, le cui milizie sono state cacciate da Sirite. L’area è in balìa di reclutatori e di addestratori che preparano le reclute dell'Isis ad attentati e combattimenti.

Nelle aree remote lungo i confini con l’Egitto, il Sudan, il Ciad, l’Algeria, il Niger e la Tunisia è facile ottenere armi. Il contrabbando di persone e merci prolifera incontrollato, scrive il quotidiano tedesco "Handelsblatt", ed è particolarmente redditizio quello della benzina. Non esistono controlli efficaci alle frontiere, e così anche i ribelli di Sudan e Ciad vi si stanziano ed effettuano da lì attacchi transfrontalieri contro i governi dei loro Paesi. Con loro ci sono mercenari venuti dal lontano Camerun.

Secondo il generale di brigata Abdullah Nuredeen dell’Esercito nazionale libico le milizie si muovono tra il centro e il sud del paese: “Rubano le auto dei viaggiatori civili. A volte operano vicino al confine se possono fare soldi dal contrabbando e dal traffico di armi”. Molti sono stati espulsi dalle città costiere di Sirte, Bengasi, Derna e Sebratha.

Claudia Gazzini, analista della Libia per l’International Crisis Group, sottolinea che i combattenti dell’Isis si sono nascosti a Sud della linea costiera nel deserto. Si muovono in piccoli convogli in modo da non attirare l’attenzione. Altri sono ancora attivi nella zona intorno a Sirte. L'Isis, avverte Gazzini, sta cercando di ottenere influenza e controllo sui gruppi che combattono contro il generale Khalifa Belqasim Haftar, sostenuto dall’Egitto e responsabile della sua espulsione da Sirte. L’Egitto ha iniziato a monitorare da vicino i suoi confini con il Sudan e la Libia. La preoccupazione è che queste regioni possano diventare le basi per gli attacchi sul territorio egiziano. Si stima che circa 120 mila combattenti siano ora attivi in Libia, e di questi circa mille facciano parte dell’Isis. Il generale Haftar ha cercato di scacciare i combattenti islamici e portare il Centro e il Sud del Paese sotto il suo controllo. Il suo obiettivo, afferma, è quello di sigillare i confini della Libia con l’Egitto, il Sudan e il Ciad ai primi di luglio, al fine di fermare il flusso di armi, combattenti e migranti. L'obiettivo, per, potrebbe essere oltre la portata delle sue forze.

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