Venezuela: milioni di no alla Costituente di Maduro




Categoria: ESTERI
17/07/2017 alle ore 11:17



Almeno un morto, una affluenza più che massiccia - si parla di oltre sette milioni di elettori -, e un forte segnale politico al governo di Niicolas Maduro. Sono i titoli principali della "consultazione popolare" indetta dalle opposizioni al governo venezuelano di Nicolas Maduro. I partecipanti erano chiamati ad esprimersi su tre quesiti, il più importante dei quali riguardava la volontà di "respingere o accettare" la convocazione di un'Assemblea costituente per redigere una nuova Carta costituzionale.

Le elezioni per comporre la Costituente, duramente contestate fuori e dentro il paese, si celebreranno a fine mese e non potranno essere fermate dal voto di ieri: la consultazione è stata infatti promossa dal Parlamento, organo attualmente controllato dall'opposizione e i cui poteri sono disconosciuti dall'esecutivo. E manca il visto buono del Consejo nacional electoral (Cne), l'autorità elettorale che ne avrebbe i poteri. Ma a pochi sfugge il peso politico dell'operazione. La Mesa de unidad democratica (Mud), il cartello delle opposizioni al governo, ha aperto seggi in 559 città di 101 paesi, sparsi tra le Americhe e l'Europa, ma anche l'Africa.

Sui media internazionali rimbalzano foto di seggi aperti un po' in tutto il mondo e il quotidiano "El Pais" dedica un servizio al voto celebrato nella sparuta comunità a Maputo, Mozambico, dove i venezuelani sono 20, compreso quelli della missione diplomatica: dei 15 aventi diritto, 11 si sono presentati al gazebo. La commissione dei garanti istituita dalla Mud parla di 7.186.170 voti espressi, con una schiacciante vittoria del no alla costituente. "Matematicamente" Maduro è caduto, esulta il presidente del Parlamento Julio Borges. E la speranza che l'esito del voto sia preso in considerazione è nutrita ad alta voce dai governi di Messico e Canada, alcuni tra i paesi più impegnato nella campagna internazionale di pressione su Caracas per la soluzione della crisi in atto. In una nota in cui si esprime rammarico per i nuovi incidenti, il ministero degli Esteri messicano si augura che i risultati "siano ascoltati e presi in dovuta considerazione". Poco dopo il ministero degli Esteri venezuelano dichiarava persona no grata l'ex presidente messicano Vicente Fox, giunto nel paese caraibico come per esprimere il suo appoggio alla causa delle opposizioni. Il Canada ha parlato "dei milioni di persone che hanno avuto il coraggio di partecipare, nonostante la codarda violenza e la censura", inviando "un messaggio chiaro al governo del Venezuela: i venezuelani vogliono conservare i diritti fondamentali consacrati nella Costituzione del 1999". recita la nota del ministero degli Esteri rimandando alla Carta approvata dall'ex presidente Hugo Chavez.

Nella stessa giornata si celebrava anche un appuntamento indetto dal governo, le "prove generali" del voto per l'Assemblea costituente che si terrà il 30 luglio. Tra i tanti, il quotidiano "El Pais" si occupa di riferire che in questo caso i seggi sono praticamente vuoti anche se il canale "Telesur", vicino al governo, mostra foto con seggi assediati da entusiasti elettori. Rispetto all'entità della partecipazione, fanno notare i media locali, il numero di scontri è stato relativamente basso, ma il bilancio è ugualmente drammatico. Compilare la cronaca dei fatti, al solito, non è semplice. Le opposizioni denunciano l'uccisione di due partecipanti al voto e quattro feriti, i media indipendenti e la procura nazionale ne certificano almeno uno: si tratta di Xiomara Escot, 61 anni, morta durante gli scontri registrati a Catia, località non lontana dalla capitale Caracas. L'affollato corteo che si stava svolgendo in un'ampia arteria cittadina è stato interrotto dall'intervento di civili armati considerati vicini all'esecutivo, i cosiddetti "colectivos". Agli spari sono seguiti gli scontri e la fuga di diversi manifestanti che hanno trovato rifugio in una Chiesa locale.

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