Terrorismo e jihadisti, quei serpenti silenziosi che strisciano anche in Italia


Non ci crede più nessuno alla vulgata che il Belpaese è solo terra di passaggio: occorrono prevenzione e macro intelligence


di Francesco De Palo
Categoria: Francesco De Palo
28/11/2018 alle ore 15:44

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E'palestinese il 38enne arrestato in Sardegna con l'accusa di terrorismo: si preparava ad avvelenare, verosimilmente con un pesticida, una condotta idrica potabile a Macomer, nel Nuorese. Gli uomini dei Nocs lo valutano come un lupo solitario affiliato all'Isis.

Si tratta del secondo arresto in una settimana, dopo il 22enne egiziano Issam Shalabi che abitava nel teramano, bloccato a Milano dall'Antiterrorsimo e dalla Procura dell'Aquila perché un "soldato irregolare dell'Isis".

Per bocca del suo legale ha detto di respingere ogni addebito rispondendo alle domande dei magistrati, nonostante fosse iscritto ai siti legati alla radicalizzazione jihadista. Tra l'altro, al netto delle parole del suo avvocato (che addirittura presenterà ricorso al Riesame), per mesi il 22enne è stato attenzionato dagli investigatori proprio per la sua spiccata pericolosità.

Non servono altri arresti sul suolo italiano per certificare un'evidenza: il Belpaese non è più solo terra di passaggio per fiancheggiatori, operativi e dormienti ma rischia di tramutarsi in terreno di scontro aperto con uno dei cancri peggiori della post modernità.

Al di là dell'aspetto investigativo sulle cause dell'escalation legata all'Isis, sul quale ovviamente è utile interrogarsi, urge però una prea di coscienza (non solo in Italia) soprattutto tra quanti sottovalutano ancora il fenomeno perché guidati dall'ultraideologia.

Ciò non significa dover procedere con un piglio hitleriano nei confronti di tutti i migranti, ma quantomeno ascoltare gli allarmi lanciati dall'Interpol sulla pericolosa commistione tra arrivi in gommone e jihadisti nascosti, senza dimenticare il rischio radicalizzazione che si tramuta in fatto oggettivo soprattutto in quelle città dove le moschee non vengono controllate e registrate.

Un mese fa in Inghilterra era stato scarcerato Anjem Choudary, il 51enne predicatore dell’odio che negli anni scorsi aveva lodato l’Isis, condizionando numerosi giovani musulmani in una moschea della zona est di Londra, entrando in contatto con aspiranti lupi solitari jihadisti, alcuni dei quali poi protagonisti di atti di terrorismo.

Fino a quando si vorranno nascondere i provvedimenti reali che servono a queste emergenza dietro lo scontro partitico e strumentale sul tema, allora si continuerà a correre il rischio che si è davvero corso in Sardegna e a Teramo.

Nell'auspicio che, nel frattempo, non accada ciò che nessuno si augura.

 

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