L'Aquila, in direzione ostinata e contraria: il 'caso' Polarville


Nel centro storico rinasce la cultura attorno alla libreria dell'ostinazione


di Maria Elena Cosenza
Categoria: ABRUZZO
15/07/2017 alle ore 19:27



Se non è una fucina di idee poco ci manca. C’è un mondo che gira attorno all’unica libreria che ha riaperto i battenti in centro città a l’Aquila dopo il terremoto del 2009. Un mondo animato dalla sua comunità, quella dei ‘polariani’. Clienti-amici affezionati (e riconoscenti) al lavoro che, piano piano, volume dopo volume, ha consentito di ridare corpo e anima a quello che fu il primo locale di Giuliano Cervelli, il Caffè ‘polar’ di piazza Santa Giusta. Oggi riaperto in via di Castello e ribattezzato appunto ‘Polarville’. E che oggi ambisce a splendere di luce nuova. Una riconquista lenta che ha riguardato persino la strada su cui il locale affaccia, a lungo sequestrata dai lavori dei sottoservizi.

“Sottodisservizi” avevano chiosato i proprietari e cioè Cervelli e la sua compagna Luna. Che ad arrendersi però non ci pensano proprio. E nonostante le macerie prima e la polvere e il cemento poi hanno riconquistato non solo lo spazio della libreria ma persino la strada dove in questi giorni si sono tenuti incontri di letteratura, oltre che di persone. Numerose anche grazie al Festival della Partecipazione che ha richiamato in città energie nuove e a cui naturalmente hanno dato il loro contributo.

Ma del resto l’obiettivo di Giuliano non è e non è mai stato solo quello di vendere libri. E lo si capisce ad un primo sguardo perché tra gli scaffali e anche a terra, sostanzialmente in ogni angolo dove l’occhio arriva, c’è una vera miniera d’oro per gli appassionati. Anche e soprattutto per i palati più raffinati: letteratura ricercatissima che per logica non dovrebbe trovare posto in una libreria in cui si è tentato di rimettere insieme i cocci per fronteggiare l’emergenza. E invece no. Nonostante gli spazi limitati la selezione di titoli ed autori è di primo livello. L’ambizione dei due mercanti di libri, Giuliano e Luna è anche quella di liberare le energie che servono al futuro dell’Aquila.

“Quando eravamo nel nostro primo locale - racconta ad Impaginato.it Giuliano Cervelli - eravamo specializzati nel genere noir. Da noi era possibile trovare qualsiasi film, anche il più raro. In quella circostanza avevamo fatto la scelta di accostare le lettura, e la cultura in generale, al bar, perché il caffè potesse essere punto di incontro”. L’ambizione di essere qualcosa di più e di meglio è rimasta, nonostante gli spazi ridotti. “Per noi anche questo piccolo spazio in via Castello è il segnale che vogliamo riprenderci la nostra città. E’ già la seconda location che abbiamo avuto da quel terribile 6 aprile 2009. Il primo locale che abbiamo riaperto era su viale Corrado IV ma noi siamo nati in centro storico e vogliamo continuare a vivere qui” racconta ancora Giuliano. Si tratta di una libreria totalmente indipendente. Ogni volume al suo interno è stato selezionato appositamente per la clientela, così come la stessa scelta è stata fatta per i dischi e i dvd. “Vogliamo poter garantire in prima persona per quello che offriamo ai nostri clienti. Quelli che capitano all’Aquila occasionalmente e quelli della nostra comunità che sono per noi davvero preziosi”. Una comunità quella dei ‘polariani’ tenuta insieme anche grazie alle mostre e alle presentazioni di libri che vengono ospitati qui. “Organizzare un evento a settimana era il nostro marchio di riconoscimento. Torneremo ad essere quello che siamo sempre stati” continua Giuliano. E c’è da credergli: in questi giorni la libreria ospita una mostra di Antonio Di Cecco, selezionata dalla rivista ‘Internazionale’ come una delle quattro più significative in tutta Italia. Mentre l’attenzione di Luna è già rivolta al prossimo appuntamento di mercoledì. Quando ospiteranno Maurizio Pratelli che nel suo ultimo volume ‘Vini e vinili’ ha immaginato l’idea di un matrimonio tra vino e musica. Una presentazione che, va senza dire, sarà accompagnata da una degustazione al Panthàsima. Cin

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