Usa-Turchia, un rapporto a passo di gambero

Passi a singhiozzo nel rapporto Usa-Turchia: un rapporto instabile e burrascoso a causa anche dei numerosi dossier aperti sul tavolo di Trump ed Erdogan (TurkStream, F-35, missili russi, caso Khashoggi, Iran).

Ma in occasione dell’incontro di martedì scorso tra il segretario di Stato Mike Pompeo e il ministro degli esteri turco Mevlut Cavusoglu si è evidenziata la volontà di mantenere aperta una possibilità di dialogo.

Da un lato Pompeo, soddisfatto dello “slancio del miglioramento delle relazioni con la Turchia”, dall’altro, la lista (estradare 84 golpisti del movimento Gulenista) presentata da Ankara, accompagnata però da un doppio attacco: il primo sui commenti del presidente degli Stati Uniti circa il principe ereditario saudita, il secondo sull’acquisto dei sistemi di difesa S-400 dalla Russia considerato “cosa fatta”.

L’incontro turco-americano ha riguardato anche un’altra questione: quella relativa al rimpatrio del banchiere Hakan Atilla, già vice Ceo della banca turca pubblica Halkbank (e di stretta osservanza erdoganiana), condannato negli Usa a 32 mesi di carcere per aver aiutato Teheran a bypassare le sanzioni. I turchi vorrebbero che sconti il resto della pena in patria, come segno di un miglioramento delle relazioni diplomatiche tra i due paesi.

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