Verso le regionali: tutti i mal di pancia grillini d'Abruzzo


Dalle regionarie al No Tap, misteri e contraddizioni del Movimento 5 Stelle


di Emma Derossi
Categoria: ABRUZZO
20/11/2018 alle ore 10:37

Tag correlati: #abruzzo#m5s#marcozzi#regionali

Verso le regionali: tutti i mal di pancia grillini d'Abruzzo. Dalle regionarie al No Tap, dal gas a Bomba alle petizioni cittadine, passando per il punto di domanda che molti elettori nazionali iniziano a porsi: ma poi finisce tutto come la marcia indietro salentina? Azioni e contraddizioni del Movimento 5 Stelle.

REGIONARIE

L’estate scorsa, nel bel mezzo delle votazioni per le regionarie, la lista del Movimento 5 stelle venne sospesa e rinviata. Erano infatti previste votazioni online sulla piattaforma Rousseau ma d’improvviso, l’avviso del rinvio con il seguente post scriptum: “La votazione per le regionarie per la lista del MoVimento 5 Stelle in Abruzzo è stata sospesa e rinviata”.

Dal primo turno di votazioni, poi annullato, era stato escluso il consigliere regionale pentastellato Pietro Smargiassi, il quale aveva egli stesso diffuso la notizia della sua sospensione, che sarebbe stata da ricondurre al mancato inserimento della sua proposta di legge sull’Osservatorio della legalità ( in seguito votata in consiglio) sulla piattaforma Rousseau prima di essere vagliata dall’aula. “La mia esperienza con i 5 stelle finisce qui”, aveva detto deluso, “riparto per il mare”.

Così però non è stato, perché dopo la sospensione delle suddette votazioni, Smargiassi è stato riabilitato al secondo giro e poi candidato consigliere. Nel frattempo, il web ha decretato Sara Marcozzi candidata alla corsa per la carica di Presidente della Regione Abruzzo, con Smargiassi al secondo posto (118 voti). Nonostante la regola per cui i 4 più votati di ogni provincia potessero candidarsi per la successiva votazione per candidarsi alla presidenza, Smargiassi ha preferito non sfidare la Marcozzi e con lui quasi nessuno ha osato farlo tranne Marco Cipolletti, candidato che ha ricevuto più voti per la provincia di Teramo. Come è finita è cosa nota.

 

NUMERI


Alle Regionarie abruzzesi hanno partecipato 1750 iscritti, per un totale di 4527 preferenze espresse. 
Per la provincia de L’Aquila il più votato è stato Giorgio Fedele, seguito da Antonella Di Passio, Michele Baliva, Giuseppe Walter Delle Coste, Antonina Cofini, Angelo Bisegna e a seguire gli altri candidati. Per Teramo il più votato è stato Marco Cipolletti, seguito da Virginia Maloni, Claudia Greccioli, Margherita Trifoni, Attilio Falchi, Santino Ferretti. Per la provincia di Pescara Domenico Pettinari, Francesco Maria Nuvolari, Gianni Smarrelli, Raffaella Di Giovanni, Federica Fedele, Massimo Di Renzo ecc. 
Per la provincia di Chieti Sara Marcozzi, Pietro Smargiassi, Ottavio Argenio, Andrea Di Ciano, Sara Stenta, Alfredo Mantini. 

NO TAP, MA POI SI...

“Prima o poi si tornerà a votare in questo Paese. E con il governo del Movimento 5 stelle quest’opera la blocchiamo in 2 settimane”. Così Alessandro Di Battista in un comizio del 2 aprile 2017 in Salento, a San Foca, nell’ambito di una manifestazione No Tap. In caso di vittoria, i grillini avrebbero impedito la realizzazione del Trans Adriatic Pipeline, progetto di un gasdotto che passando per Grecia e Albania, sarebbe dovuto sbarcare in Italia permettendo l’arrivo di gas naturale in Europa dall’Azerbaijan. 
Il Tap è stato selezionato progetto vincitore per realizzare il gasdotto nel 2013, e nel 2014 il Ministero dell’Ambiente aveva individuato in San Foca il punto di approdo tramite un microtunnel di 1,5 km. 
Nel corso degli anni le amministrazioni locali e le associazioni ambientaliste sono confluite nel Comitato No Tap, portando avanti proteste e iniziative legali, respinte dalla giustizia amministrativa. 
La posizione del 5 stelle sulla faccenda è stata ferma per molto tempo sul No Tap, poi ci sono state le elezioni, il popolo ha dato tantissimi voti al M5S che è andato al governo. 

Poco più di un mese fa, però, dopo un vertice del Consiglio dei Ministri cui hanno preso parte il presidente del Consiglio Giuseppe Conte, i ministri dell’Ambiente e del Mezzogiorno Sergio Costa e Barbara Lezzi, il sottosegretario allo Sviluppo Economico Andrea Cioffi e il sindaco di Melendugno Marco Potì nonché altri membri dei 5 stelle è stato confermato che non ci sarebbe stato alcuno stop e che sarebbe quasi impossibile farlo. Tutto questo, poiché i costi per fermare l’opera sarebbero troppo elevati e “il Paese non può permetterseli. Noi non ce la sentiamo di addossarli sui cittadini”, aveva detto proprio il ministro Lezzi.

La risposta su Facebook del Comitato No Tap non tarda ad arrivare: “Dopo la consegna agli organi di governo di tutta la documentazione raccolta negli ultimi mesi contestualmente alla presentazione dei dossier che provano inconfutabilmente l’illegittimità politica e giuridica del progetto Tap, apprendiamo che l’esecutivo in carica continua a dichiarare pubblicamente l’esistenza di costi e penali per bloccare la realizzazione del gasdotto tenendo nascosti i documenti che confermerebbero questo. Ma nasconderli per quale motivo? Per quale motivo questo esecutivo continua a proteggere chi ha firmato queste fantomatiche penali? Perché non é dato sapere chi si é assunto le responsabilità di giocare con la vita dei cittadini?”. 

DOMANDE

Queste le domande del Movimento No Tap. Nel frattempo, il 26 ottobre 2018 il ministro dell’Ambiente Sergio Costa ha inviato al presidente del Consiglio Giuseppe Conte la valutazione sul Tap, considerando l’opera legittima sul piano formale, ragion per cui Conte stesso ha dato il via libera per l’opera, poiché “avendo effettuato un’analisi dei costi e studiato  i documenti presentati dalle autorità locali, ad oggi non è più possibile impedire la realizzazione di un progetto pianificato dai governi precedenti con vincoli contrattuali già in essere”. 

La domanda è: si vota un partito per un programma con la certezza che verrà messo in pratica?

twitter@ImpaginatoTw