Gasdotti, ecco come Mosca punta sui Balcani




Categoria: ESTERI
19/11/2018 alle ore 13:10



Ecco come si muove la questione dei gasdotti nel Mediterraneo e sul costone balcanico.

Mentre al largo di Cipro, sebbene siano presenti le interferenze di Ankara, Exxon comincia le perforazioni, Mosca è pronta a far transitare il Turkish stream dalla Serbia. Oggi infatti Putin visita i cantieri turchi

Non sono tuttavia inattese le parole del ministro degli Esteri russo, Sergej Lavrov, sulle possibili opzioni relative alle due linee del gasdotto che investirebbero l’Europa.

L’infrastruttura, pronta nel 2020, si poggerà su due canali: il primo attraverso il Mar Nero fino in Turchia, il secondo dalla Turchia del sud fino all’Europa, ciascuno in grado di assicurare 15,7 miliardi di metri cubi di gas all’anno.

Ha poi sottolineato Lavrov, “sono in fase di sviluppo varie opzioni dell’estensione del gasdotto tra cui quelle che contemplano il passaggio dalla Bulgaria, dalla Serbia e dall’Ungheria verso l’hub austriaco di Baumgarten” (operativo grazie ad una una joint venture russo-italiana).

E ancora: “Saremo pronti a iniziare i lavori solo dopo aver ricevuto garanzie positive dalle strutture collegate dell’Unione Europea”.

La questione del “passaggio balcanico” del Turkish è aperta da un biennio.

Il futuro del Turskish Stream, recentemente ha riguardato anche il possibile ruolo italiano, come emerso in occasione della conferenza stampa Putin-Conte a Mosca dello scorso 25 ottobre: “La partecipazione dell’Italia al gasdotto Turkish Stream è possibile, e sono in fase di studio tutte le possibilità” ha detto il Presidente russo, evidenziando il fabbisogno europeo di idrocarburi, a cui la Russia potrebbe contribuire con 200 miliardi di metri cubi di gas naturale.

Contro Exxon invece si scaglia il ministero degli Esteri turco secondo cui il lavoro di Exxon “non contribuisce alla stabilità della regione e può modificare gli equilibri in relazione alla risoluzione della riunificazione di Cipro”.

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