Apperò le Sise delle monache


Quello scatto torna d'attualità oggi che l'illustre assaggiatore Mauro Uliassi balza sul tetto del mondo


di Lilli Mandara
Categoria: Maperò
19/11/2018 alle ore 07:19



Altro che photo opportunity. Addentava di gusto, Mauro Uliassi, quella prelibatezza di pan di spagna, crema e zucchero a velo dal gusto ipnotizzante e dal nome strano e vagamente irriverente: le Sise delle monache, specialità di Guardiagrele che molti dentro e fuori Abruzzo conoscono. Molti, ma non tanti e soprattutto non tutti quelli che il piccolo gioiello di pasticceria meriterebbe.

Quello scatto torna d’attualità oggi che l’illustre assaggiatore balza sul tetto del mondo grazie alle tre stelle conquistate nella Guida Michelin. Lo posta, con motivato orgoglio, Emo Lullo, discendente del creatore Giuseppe Palmerio, che con il collega Nino Di Santo, titolare invece dell’insegna Palmerio, condivide ricetta originale, segreti e leggenda delle Sise.

Ora, sorvolando sul fatto che il derby tra Lullo e Palmerio è uno di quei dualismi italici destinati a produrre eterna contrapposizione di fazioni, al pari di Guelfi-Ghibellini, Bartali-Coppi e, restando in Abruzzo, Fratelli e Sorelle Nurzia, resta l’inconfutabile dato cronologico: un anno fa la rincorsa di Uliassi alla terza stella – successo tanto più prestigioso se paragonato al concomitante fallimento di Cracco – era in pieno svolgimento.

E non c’è dubbio che le Sise delle monache, con la loro stramba forma a tre capezzoli (a voi la scelta tra la derivazione dalle napoletane Zizze d’a Regina o dalle vette della Majella che sovrastano Guardiagrele, su cui la leggenda indugia) abbiano portato un sacco di fortuna allo chef di Senigallia. Tante stelle Michelin per quante sono le famose protuberanze del dolce, non può essere una semplice coincidenza. Stelle e Sise, insomma.

E chissà che non tocchi al numero uno della ristorazione italiana osare dove nessuno dei suoi titolati colleghi abruzzesi ha mai osato: mettere in una carta stellata il sacro (e al tempo stesso profano) impasto di dolcezze e morbidezze. Questo sì che sarebbe un miracolo.

 

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