Sanità, spese record per il management


Lo dice il Ministero della Salute dopo le ultime verifiche dei Tavoli di monitoraggio sull'Abruzzo


di Lilli Mandara
Categoria: Maperò
15/11/2018 alle ore 08:08



Un quadro nero quello che dipinge il Ministero della Salute dopo le ultime verifiche dei Tavoli di monitoraggio sull’Abruzzo. E’ la sintesi sulle sette Regioni sottoposte a piani di rientro di cui 4 anche commissariate. Per molte di queste regioni il percorso di risanamento è ancora lungo.

E dalla scheda sulla Regione Abruzzo emergono aspetti inquietanti, molti dei quali già resi noti da Maperò, e uno in particolare sul quale l’assessorato alla Salute ha detto cose diametralmente opposte. Per esempio sui Lea (livelli essenziali di assistenza), sempre spacciati per fiore all’occhiello della Sanità abruzzese. Niente affatto, non sono fiore all’occhiello: il punteggio della griglia Lea, per l’anno 2016, è pari a 189 (livello di sufficienza maggiore di 160). Il ministero dice insomma che i tavoli di verifica “hanno rilevato la persistenza di una inadempienza nell’anno 2016 che ritarda l’accesso alla quota premiale del fondo sanitario nazionale”. Tradotto significa che l’Abruzzo non avrà i soldi della premialità a causa dei Lea, che erano stati il cavallo di battaglia della giunta regionale.

E anche per il resto non sono rose e fiori: la Regione a conto consuntivo 2017 presenta un disavanzo, prima del conferimento delle coperture, di 52,219 milioni di euro. Dopo il conferimento delle risorse derivanti da somme presenti nello Stato Patrimoniale 2017, resterebbe un disavanzo non coperto di circa 13,3 milioni di euro. Al riguardo i tavoli hanno chiesto alla Regione come intenda coprire tale disavanzo e la Regione dovrà rispondere: il nuovo Tavolo di monitoraggio è infatti previsto proprio per oggi a Roma. Ma i Tavoli hanno denunciato anche che molte cliniche private non hanno ancora concluso l’iter dell’accreditamento ed hanno evidenziato “il ritardo della Regione nel recepimento delle Intese in materia”.

Ed è un quadro fosco anche quello che in materia di sanità dipinge il ricercatore e studioso Aldo Ronci: i corrispettivi per ticket in Abruzzo diminuiscono di 7.565.000 (-18,3%); i costi crescono di 135.004.000 (+5,3%), i ricavi aumentano di 66.0001.000 (+2,5%) e la differenza tra costi e ricavi fa registrare una perdita di 69.003.000; la spesa farmaceutica si incrementa di 71.909.000 (+40,1%); l’acquisto di prestazioni di sevizi sanitari aumenta di 41.017.000 (+4,1%); l’acquisto di prestazioni di sevizi sanitari da privati aumenta di 35.798.000 (9,1%); i costi del personale subiscono un decremento di 12.680.000 (-1,7%); la mobilità passiva interregionale (cioè i pazienti che vanno a curarsi fuori Abruzzo) cresce di 10.383.000 (+4,6%), gli ultimi tre anni registrano una perdita. Insomma, buio pesto.

E proprio sulla spesa farmaceutica, l’Abruzzo ha conseguito il peggior risultato tra tutte le regioni italiane: secondo l’Aifa, nel 2017 la spesa convenzionata è stata pari al 9,03% del fondo sanitario regionale rispetto al tetto del 7,96% fissato dal Ministero.

Non solo: il costo del management della Sanità Abruzzese è così alto che, secondo DemoskopiKa, nel 2017 l’Abruzzo è la quarta in classifica tra le regioni che spendono di più per costi della politica, ovvero per mantenere il management delle aziende ospedaliere, delle aziende sanitarie e delle strutture sanitarie.

Costi del management altissimi e servizi da profondo sud: le liste d’attesa hanno tempi sempre più lunghi per l’effettuazione delle prestazioni sanitarie;l’assistenza territoriale non è stata portata a termine. E anche la mobilità passiva è in deciso aumento.

L’argomento più scottante riguarda però le cliniche private: nel 2013, sottolinea Ronci nel suo dossier,

“i servizi sanitari da privati segnavano euro 394.124.000 mentre nel 2017 arrivano 429.922.000 ottenendo un incremento di euro 35.798.000. In valori percentuali l’acquisto di servizi sanitari da privati si incrementa del 9,1%”.

Gli incrementi per acquisti di servizi sanitari da privati sono stati più consistenti nelle Consulenze, Collaborazioni, Interinali e altre prestazioni di lavoro sanitarie e sociosanitarie per euro 13.836.000 (+90,5%), nei servizi Ospedalieri per euro 10.554 (+8,8%), nei servizi Socio-Sanitari per 9.637.000 (+18,2%).

I decrementi per acquisti di servizi sanitari da privati sono stati più importanti nella Specialistica ambulatoriale per euro 8.374.000 (-15,5%) e nei servizi riabilitativi per euro 3.461.000 (-4,9%).

E a proposito di spese per consulenze, la Regione ha liquidato il compenso per la professoressa Veronica Vecchi relativo al project financing Maltauro: 16.876,64 euro, una somma non certo enorme ma che va a gravare sul fondo sanitario. Soldi (anche se pochi) sottratti al fondo che garantisce i livelli essenziali di assistenza. L’assessore Paolucci è convinto che si possa fare, tanto che nella determina di liquidazione della fattura della Vecchi, scrive:

“Ne deriva che l’unica obbligazione ad oggi legata a tali somme sia quella di andare a finanziare spesa sanitaria, nell’ambito della quale rientrano le consulenze tecniche, come quella in oggetto”.

ps: poi forse si spiega come mai l’Abruzzo spenda tanto per il management e i servizi invece sono a carissimo amico.

 

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