No, Salvini e Giorgetti non fanno sconti: porte chiuse ai "richiedenti asilo" di Forza Italia


Sono in tanti. E tutti sull'orlo di una crisi di nervi. Perché la poltrona, così faticosamente agguantata, è davvero a rischio


di l'innocente
Categoria: CapoVerso (rubrica innocente)
02/11/2018 alle ore 12:57

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Le porte restano chiuse. Anche se sono in tanti a premere. A cominciare da Camera e Senato. C'è chi dice 25, chi addirittura 50. Comunque sia, i rumors dai Palazzi confermano e diffondono: sono legione i parlamentari forzisti che, vista la mala parata e capito che il Cavaliere non ha più alcuna voglia, hanno bussato e insistentemente bussano alla porta della nuova Lega sovranista di Matteo Salvini.

Persino alcuni di quei buontemponi duri e puri che, di giorno, vanno in TV a dire peste e corna del governo gialloverde e dal calar delle tenebre intasano di sms e messaggi WhatsApp le segreterie telefoniche del Capitano, dei suoi più stretti collaboratori e, soprattutto, di Giancarlo Giorgetti, colui che tiene e aggiorna queste specialissime liste di "richiedenti asilo politico". Tanti.

Sicuramente più di quelli che, contemporaneamente, stanno tentando la fortuna sulla sponda opposta. Coloro cioè che fanno l'occhiolino a Matteo Renzi o ai suoi fedelissimi, in nome del patto del Nazareno che fu, sperando che il bulletto di Rignano possa e sappia rimettersi in sella e quindi prenderli in carico nel nuovo soggetto politico di centrosinistra. Quello che dovrebbe vedere la luce subito dopo il prossimo tracollo elettorale del Pd alle europee.

Si, sono in tanti. E tutti sull'orlo di una crisi di nervi. Perché la poltrona, così faticosamente agguantata, è davvero a rischio. Pensate solo ai 31 deputati europei del Pd e ai 13 di Forza Italia. Ad oggi, dei primi ne torneranno a Strasburgo meno di un terzo. E per i secondi il rischio è di ritrovarsi in 2 o 3 o di essere addirittura azzerati (lo sbarramento è al 4 per cento!).

Ovvio che il "si salvi chi può" sia già bello che risuonato nelle menti di consiglieri regionali, deputati e senatori.

Si cercano amici, contatti, strade. Ma, mentre per quelli che guardano al centrosinistra futuro la speranza è ancora un sentimento praticabile, per chi cerca o ha cercato la sponda leghista le cose sono più complicate. Molto più complicate. Perché, fatti due conti, Salvini e Giorgetti hanno capito che non gli servono questi transfughi.

Non gli conviene associarli al progetto. Tranne che in qualche sporadico caso (che infatti potrà essere valutato diversamente) è gente che non porta nulla, meno che meno voti. Nani e ballerine che anzi possono intasare spazi liberi da spalancare davvero alla società civile, ai giovani, a tutti quelli che vogliono impegnarsi per la prima volta. Sopratutto al sud. Dove anche tanti notabili già democristi, già forzisti e già piddini sono più che pronti a trasferire sulla nuova Lega quel che resta delle loro clientele.

Roba da scansare come la peste! Anche per questo le porte sono chiuse.

 

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