Regno Unito: Johnson, l'Ue può "stare fresca" sul conto del divorzio




Categoria: ESTERI
12/07/2017 alle ore 10:58



 Il segretario agli Esteri del Regno Unito, Boris Johnson, riferisce la stampa britannica, ha dichiarato che la Commissione europea può “stare fresca” se pensa di convincere la Gran Bretagna a pagare una somma “estorsiva” per uscire dall’Unione Europea. Il capo della diplomazia di Londra, inoltre, ha detto che il governo non ha preparato un piano B in caso di mancato accordo con l’Ue, una dichiarazione in contrasto con quella del segretario per la Brexit, David Davis, che aveva parlato di preparativi per far fronte a eventuali emergenze. Quest’ultimo, in un intervento davanti alla commissione Unione Europea della Camera dei Lord, ha affermato che il paese sta lasciando l’Ue perché è molto diverso dagli altri Stati membri e ha una “portata globale” unica; pertanto, il suo esempio non sarà seguito. Ha ammesso, inoltre, che probabilmente sarà necessario un periodo di transizione, aggiungendo che andrà più a vantaggio di altri paesi che del Regno Unito. Vince Cable, candidato leader dei liberaldemocratici, ha messo in guardia da una collaborazione tra conservatori e Labour per attuare una Brexit “dura”, ha rilanciato l’idea di un secondo referendum e ricordato che il risultato dell’anno scorso è stato influenzato dagli allarmi sull’invasione degli immigrati. Secondo i dati dell’Office for National Statistics (Ons), l’istituto nazionale di statistica, il nord-est dell’Inghilterra, che ha votato con una percentuale del 58 per cento per lasciare l’Ue, è anche l’area del paese più dipendente dal mercato europeo per i suoi servizi. Un’altra ricerca, del National Centre for Social Research, rileva il calo della fiducia dei laureati, per la prima volta da cinque anni: tre quarti di loro temono una riduzione delle opportunità di lavoro per effetto del voto referendario; sono in diminuzione le candidature per impieghi nelle banche, nelle società finanziarie e in quelle di revisione contabile. Da segnalare, infine, la condanna del visconte Rhodri Colwyn Philipps per le minacce di morte, aggravate da insulti razzisti, contro Gina Miller, l’imprenditrice e attivista anti-Brexit la cui richiesta di una votazione parlamentare sull’invocazione dell’articolo 50 del Trattato di Lisbona fu accolta dall’Alta Corte: l’aristocratico pubblicò un annuncio in rete con l’offerta di cinquemila sterline a chi avesse provocato la morte accidentale della donna.

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