Riciclo di carta e cartone in Abruzzo, bocciata Pescara


Ultima tra le province abruzzesi, primeggiano Teramo e Chieti


di Lucia Rossini
Categoria: ABRUZZO
12/10/2018 alle ore 11:53

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Un'altra spia che segnala il malessere amministrativo di Pescara (e della sua provincia). Secondo i dati riportati nel XXIII Rapporto Annuale di Comieco, Consorzio Nazionale per il Recupero e Riciclo degli Imballaggi a base Cellulosica, su carta e cartone l'Abruzzo nel 2017 presenta un incremento del 6,5% rispetto ai dodici mesi precedenti, grazie a quasi 80mila tonnellate di materiale da riciclare.

Ma spicca il dato negativo di Pescara e della sua provincia, ultima su base regionale. Mentre Chieti e Teramo fanno segnare un più 45 mila tonnellate, con livelli alla pari dei valori medi del centro/nord Italia.

La maglia nera pescarese invece, è figlia di una media pro-capite di 57 mila kg/ab che anche se superiore al dato medio nazionale, è in calo di 2 mila tonnellate rispetto al 2016.

 

DIFFERENZIATA

Sulla differenziata, in generale, resta comunque il dato di un'Italia a tre velocità, con il Nord che si attesta su standard europei mentre sud e centro che arrancano.

I dati nazionali del 2016 mostrano il 52,5% al Nord, il Centro con il 48,6 e il Sud che non si scosta dal 37,6%. L'obiettivo resta il 65 citato nel decreto legislativo 152 del 2006 e nella legge 296 del 27 dicembre 2006 che fissavano già per il 2012.

E se tra i promossi nazionali ci sono Bolzano, Pordenone e Treviso, con più dell’85 per cento della spazzatura differenziata, molto meglio di mostri sacri come Copenaghen, Praga, Berlino è al centrosud che la media si abbassa sensibilmente.

In Abruzzo è l'organico a far segnare la quota più significativa nella raccolta dei rifiuti urbani, con 103,4 kg per abitanti recuperati, mentre 67 Comuni sono poco virtuosi e vanno al di sotto del 35%, 12 Comuni addirittura sotto il 10% e altri 98 che salgono fino al 65%.

Già detto dei progressi di Teramo e Chieti, spiccano i numeri di Pescara e L’Aquila con rispettivamente il 38,98% e ul 46,45%. Altre difficoltà sono segnalate a Sulmona, Montesilvano e Città Sant'Angelo, come ribadito dai dati 2016.

Pescara è parecchio lontana dalla meta del 65%: nel 2016 ha raggiunto il 37%, nel 2015 il 31,31. L'obiettivo è almeno del 40% da superare ma al momento pesano i ritardi nella progettualità dell'intero settore, sia in zone come San Silvestro e Colli, sia per luoghi stagionali come gli stabilimenti balneari nella stagione estiva.

 

INFRAZIONI PER LA REGIONE

Nel dossier discariche c'è anche anche la doppia infrazione europea a carico della Regione Abruzzo per la mancata bonifica di siti.

La prima è costata all'erario 10 milioni, che ne ha chesto conto alla Giunta D'Alfonso per 25 ex discariche. Ma se gli interventi di bonifica per 15 siti sono stati effettuati, in altri 4 sono ancora da concludere mentre in 6 casi sono ancora appena agli inizi.

La seconda riguarda gli interventi per 15 impianti (12 pubblici e 3 privati) già chiusi. I fondi dovranno essere assegnati ai comuni, ma dal momento che l'80% erano contenuti nel Masterplan (12 milioni su 18 complessivi) si apre un dubbio sulle modalità di attuazione dopo lo spostamento sul decreto Genova dei soldi del centro Italia.

 

LA MAPPA DELLE DISCARICHE

Al momento per avere una mappa delle discariche autorizzate si può attingere al piano rifiuti della Regione Abruzzo, aggiornato al 2015.

Nove gli impianti per rifiuti non pericolosi (di cui tre non operativi): si tratta del consorzio Piomba Fino ad Atri (per la provincia di Teramo), Ecolan Spa a Lanciano e Civeta Spa a Cupello (per la provincia di Chieti), il Cogesa a Sulmona e il Magliano dei Marsi (per la provincia dell'Aquila).

Poi c'è Cirsu a Notaresco che da luglio scorso ha ben quattromila tonnellate di rifiuti in più presenti. In precedenza dal giugno 2017 erano stati bloccati i flussi in entrata a causa di alcuni lavori richiesti dell’Arta non ancora realizzati e con l'impianto sottoposto ad una procedura di concordato fallimentare.

 

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