Grandi manovre all'Aric, Bernardini nominato dg


Non c'è più D'Alfonso, ci pensa Giovanni Lolli a nominare nuovi dirigenti e a prolungare contratti. Come se nulla fosse successo


di Lilli Mandara
Categoria: Maperò
12/10/2018 alle ore 08:36

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Cuore di presidente. E di vice presidente: non c’è più Luciano D’Alfonso, ci pensa Giovanni Lolli a nominare nuovi dirigenti e a prolungare contratti. Come se nulla fosse successo, e come se non si votasse il 10 febbraio: e così il 9 ottobre la giunta da lui presieduta nomina direttore generale dell’Aric Fabrizio Bernardini, attuale direttore del dipartimento Risorse e Organizzazione, nonostante vi siano già due commissari (uno per la verità scaduto a luglio scorso) ma evidentemente funzionale a sbrigare alcuni importanti adempimenti.

La delibera dice infatti che Bernardinidovrà, durante il suo incarico che durerà al massimo sei mesi, assolvere alle funzioni del commissario scaduto (e subentrato al dg Sandro Di Minco, dimissionario) e sistemare alcune cosette. In particolare dovrà fare una ricognizione dei rapporti passivi e attivi entro 5 giorni, e prolungare qualche contratto. E qui viene il bello. 

Entro 5 giorni, stabilisce la delibera: e non a partire dalla pubblicazione della delibera, cioè da ieri, come è prassi; ma dalla data di approvazione, cioè il 9 ottobre scorso. Nove più cinque fa 14: appena in tempo per sanare la situazione contrattuale dei tre consulenti nominati all’Aric a ottobre 2016, e cioè di Federica Evangelista(diventata nel frattempo anche consigliere di Tua), Roberta Di Biase (ex consigliere nel cda Saga e sorella di Vittorio Di Biase, il responsabile del Genio civile interrogato nell’inchiesta Pescaraporto) e Massimo Speca (figlio dell’ex presidente del Tar di Pescara).

Infatti, e lo spiega in modo chiaro e netto la delibera 761, anche questa approvata il 9 ottobre scorso, Bernardini dovrà “conservare l’attuale dotazione organica del Servizio del Genio civile dell’Aquila” e “confermare la posizione organizzativa esistente ridenominandola Ufficio supporto amministrativo”. Atto indifferibile e urgente.

Sì, proprio urgente: i contratti dei tre consulenti scadono infatti proprio il 15 ottobre, ed ecco spiegata la fretta. Quindi, grazie alla doppietta di delibere approvate il 9 ottobre scorso, la giunta dispone il subentro dell’Aric nell’esercizio delle funzioni e dei rapporti giuridici attivi e passivi, “compresi quelli relativi al personale flessibile, al personale distaccato delle Asl, dando mandato al dirigente del servizio del Genio civile dell’Aquila di individuare entro 5 giorni dall’adozione della delibera, tutti i rapporti giuridici attivi e passivi e dei procedimenti in corso ed oggetto di conferimento”.

I tre consulenti, assunti due anni fa di questi tempi con contratto Cococo, dovevano essere di supporto al nuovo commissario Paolo Menduni, e poi furono dirottati alla Stazione unica appaltante del Genio civile. La Evangelista, con un compenso lordo di 70 mila euro, secondo Mauro Febbo (Fi), sarebbe incompatibile col suo incarico alla Tua proprio perchè “ricopre attualmente l’incarico di collaborazione presso il Soggetto Aggregatore Regionale e ha dichiarato di essere una co.co.co, mentre emergerebbe con chiarezza, secondo il presidente della Commissione di vigilanza, “un rapporto di consulenza alquanto anomalo e inconsueto in quanto ha lo stipendio fisso, ogni mese, osserva l’orario regionale e ha un ufficio che risulta essere il suo posto di lavoro”.

La Di Biase ha un compenso invece di 35 mila euro e Speca altrettanto: tutti e tre molto bravi e talmente indispensabili che la Regione ha pensato bene a luglio scorso di rinnovare il loro contratto (nello stesso periodo non aveva ancora rinnovato i suoi dirigenti), perché, spiegava nella delibera, “con le imminenti dimissioni del presidente della giunta, nominato senatore della repubblica, non saranno consentiti interventi strutturali, in quanto la Regione potrà adottare unicamente atti di ordinaria amministrazione fino al subentro di una nuova amministrazione a seguito di pubbliche elezioni”.

E quindi la giunta pensò bene di portarsi avanti col lavoro. Insomma, l’Aric non funziona, la stazione unica appaltante neppure, però i consulenti devono essere rinnovati a tutti i costi.

 

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