Sisma: 900 milioni per l'agricoltura. Ma Coldiretti: basta con interventi spot


Pasetti: "Interventi una tantum non risolvono le situazioni". E lancia frecciate a chi ha gestito in malo modo il turismo regionale


di Anna Di Donato
Categoria: ABRUZZO
11/10/2018 alle ore 16:03

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L’Unione Europea sarebbe favorevole a concedere 900 milioni di euro alle aziende agricole colpite dal sisma. Tra le regioni che potrebbero usufruirne, l’Abruzzo.

Ecco che cosa ne pensa Domenico Pasetti, presidente della Coldiretti Abruzzo, che affresca un quadro generale toccando anche un punto nevralgico della politica abruzzese, come la ricettività turistica.

Nello specifico, Abruzzo, Lazio, Marche e Umbria usufruiranno del contributo che si concluderà il 30 aprile 2024. 
Secondo il presidente Coldiretti Abruzzo non è un intervento spot non può risolvere le situazioni.

“Ci sono problemi legati all’intervento stesso e problemi di carattere generale. Ammesso che tali fondi vengano erogati, bisogna vedere tutta la procedura che verrà messa in atto per poterli trasferire alle aziende. Siamo di fronte a un sistema di burocrazia, amministrazione pubblica che purtroppo ha dato dimostrazione di essere incompetente e incapace, per questo andrei molto cauto. Bisogna aspettare che i fondi effettivamente arrivino. Non è possibile fare previsioni di quanto i suddetti contributi possano incidere sulla possibilità che le aziende si rialzino – aggiunge - L’intervento di per sé tuttavia ben venga, non voglio fare assolutamente polemiche. Quel che voglio dire è che un intervento importante se non viene inserito in un contesto generale di iniziative anche di carattere collettivo entro cui le aziende possano inserirsi e dare seguito all’attività aziendale, diventa un contributo fine a se stesso”. 

Quali sono le maggiori problematiche oggi? “Manca una politica per queste zone. Ci vantiamo sempre di avere l’Abruzzo come regione verde d’Europa. Che vuol dire verde? Lasciare tutto a sé, attuare politiche che cacciano via gli imprenditori, le imprese, le famiglie che stanno sul territorio? Per dar spazio, a chi, a che cosa? All’invasione dei cinghiali, tanto per fare un esempio calzante. Oggigiorno il diritto di un cinghiale è superiore al diritto di una comunità intera nel territorio interno. L’imprenditore che sta sul territorio non ha assolutamente alcun diritto in questa regione. E ancora mancano le infrastrutture, le azioni collettive di promozione del territorio, un sistema turistico collegato con l’attività imprenditoriale. Dobbiamo fare in modo che i turisti vengano sul nostro territorio che è sì una cosa bella ma non è esportabile”.

E conclude: “I prodotti tipici lo sono, ma il territorio necessita che l’utenza venga sul posto. Per far venire i turisti c’è bisogno di ricettività, sistemi per l’ospitalità, mettere in rete le potenzialità della nostra Regione. Ci sono diverse imprese che con la loro attività riescono a portare turisti sul territorio, ma lo sviluppo collettivo di una regione non può essere affidato all’iniziativa di un singolo imprenditore”.

 

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