Amori criminali e certezza del diritto: ecco che succede davvero


Spetta poi al Giudice, e solo al Giudice, stabilire se il soggetto sia effettivamente meritevole di quella pena o di quella misura cautelare


di Garpez
Categoria: La versione di Garpez
10/10/2018 alle ore 15:34

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di Garpez 

Se c'è un interesse che al nostro legislatore sta veramente a cuore proteggere, quel bene è rappresentato dalla tutela dell'inviolabilità della persona.

Ad esempio, il “femminicidio” (è un neologismo che identifica i casi di omicidio doloso o preterintenzionale in cui una donna viene uccisa per motivi basati sul genere) è punito con la reclusione non inferiore a 21 anni.

I maltrattamenti in famiglia (meglio: maltrattamenti contro familiari o conviventi) sono puniti con la reclusione da due a sei anni e, pensate, se dal fatto deriva la morte del “maltrattato”, da dodici a ventiquattro anni.

Ed allora vi chiedete: “ma perché questi criminali vengono rimessi subito in libertà?”

Ad essere intellettualmente onesti, bisogna dire che la magistratura nella quasi totalità dei casi, reprime con severità queste condotte.

Ma, per rispondere alla vostra domanda, bisogna comprendere che, se il Pubblico Ministero chiede una pena o una misura cautelare (per intenderci: la custodia cautelare in carcere), spetta poi al Giudice, e solo al Giudice, stabilire se il soggetto sia effettivamente meritevole di quella pena o di quella misura cautelare.

Ci sono tutta una serie di “indici" che la legge prescrive al fine di guidare la decisione del Giudice

Ad esempio, la sanzione che si ritiene in concreto possa essere irrogata.

Se il Giudice “prevede” che l'imputato, in ragione della sua incensuratezza e dell’assenza di carichi pendenti, possa beneficiare della c d. “sospensione condizionale della pena”, da un lato non potrà applicare né il carcere, né gli arresti domiciliari.

Dall'altro, sia pure in presenza di reati così odiosi, potrà, con la sentenza di condanna, irrogare all'imputato una pena inferiore a due anni.

Con la conseguenza che il reo, momentaneamente non subirà alcuna reclusione, sempre che si astenga dal delinquere ancora.

Immagino già la domanda: “e nel frattempo la donna o il figlio maltrattati devono vivere nel terrore di nuovi comportamenti criminali ?”

La risposta non può che provenire dal Parlamento e dalla magistratura.

 

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