Ecuador, l'ex presidente Correa contro il suo erede




Categoria: ESTERI
07/07/2017 alle ore 13:12



Lo stile del nuovo presidente dell'Ecuador, Lenin Moreno, non piace al suo predecessore e antico alleato Rafael Correa. L'ex capo di Stato, alla guida del paese sudamericano per dieci anni, ha criticato la decisione di restituire alla Conaie - una organizzazione indigena - la sede sequestrata in precedenza perché sospettata di ospitare attività politiche illecite. La decisione "è un altro inutile dispetto al mio governo. La strategia di 'differenziarsi' non è solo sleale, è mediocre", ha scritto Correa su twitter. I due hanno condiviso, all'interno dello stesso partito Alianza pais, il progetto di "rivoluzione cittadina" che ha retto il paese per due lustri ma l'attuale presidente ha dal suo insediamento, poco più di un mese fa, reso chiaro che gli eccessi verbali e la propensione allo scontro del suo predecessore non facevano parte del suo repertorio. "Continuiamo nell'impegno di riconciliare il paese. Per l'odio, non contate su di me", ha risposto Moreno in primo tweet preceduto, come tanti altri, dallo slogan "il dialogo continua". Poco dopo ne ha pubblicato un secondo, più velenoso, che contiene la definizione della sindrome di astinenza, nel quale è difficile non vedere la critica alla esuberante presenza di Correa sui social. Correa è in procinto di partire per il Belgio dove ha intenzione di trasferirsi per almeno un anno, dedicandosi allo studio e alla vita privata. Una decisione maturata da tempo, accompagnata dalla promessa di non voler più tornare alla vita politica attiva in patria, promessa su cui però gli analisti continuano ad esercitare una certa dose di scetticismo. Staff e sostenitori dell'ex presidente, artefice soprattutto nella prima fase del suo mandato di un processo di accelerazione dell'economia accompagnato da grandi investimenti sociali, temono che il progetto possa sfumare dietro la patina di moderazione rivendicata da Moreno. Il capo di Stato ha rinunciato alle trasmissioni fiume televisive settimanali con cui Correa illustrava al paese i meriti della sua azione di governo, ha aperto le porte del palazzo alle opposizioni e concesso maggiore protagonismo anche agli altri membri del governo. Al momento, in un paese che ha conosciuto seppur con ritardo il morso della crisi economica, i sondaggi sembrano premiare lo stile meno rissoso promosso dal presidente. Ma la vera prova del cambio, vigilano alcune testate locali, la si misurerà sulle azioni concrete di governo e sul ruolo che il partito quasi unico ha sin qui esercitato nell'esperienza ecuadoriana.

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