Di Marco, fischi e lazzi


Poi è il pupillo di Luciano D'Alfonso, anzi il "discepolo"come lo chiamano i suoi compagni di partito


di Lilli Mandara
Categoria: Maperò
25/09/2018 alle ore 10:00

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Già non lo possono sopportare perché continua a inaugurare a tutto spiano nonostante si sia dimesso da Presidente della Provincia. E per di più indossando la fascia blu: se si è dimesso, niente fascia, dovrebbe saperlo.

Poi è il pupillo di Luciano D’Alfonso, anzi il “discepolo”come lo chiamano i suoi compagni di partito, è quello che lo ha seguito come un’ombra mattina e sera, presenziando in prima fila ad ogni convegno, conferenza stampa e comizio. E poi soprattutto sarà candidato alla Regione nel collegio di Pescara, che è un privilegio non da poco visto che i sondaggi sono catastrofici per il centrosinistra e bene che va il Pd riuscirà ad eleggere giusto 4 consiglieri, cioè uno per provincia. 

Insomma, Antonio Di Marco adesso è vittima anche del fuoco amico che lo definisce “poco competente”. Fuoco amico che si è palesato giorni fa sulla sua bacheca Facebook. Il primo ad attaccarlo e’ l’ex presidente della Provincia di Pescara Gaetano Cuzzi, che non gliele manda a dire.

E poi l’ex vice sindaco di Loreto Terenzio Chiavaroli, grande sostenitore del deputato Camillo D’Alessandro. Così, a Di Marco che saltella bellamente da un’inaugurazione all’altra, Cuzzi dice rinfaccia che in fondo la strada che inaugura sarà pure utile (riguarda, tra l’altro, il comune di Abbateggio di cui Di Marco è sindaco) ma il resto fa pena:

“Non possiamo più sottacere le condizioni di impercorribilità degli altri 800 chilometri di strade che costituiscono il patrimonio della Provincia di Pescara”.

E come dargli torto: le strade sono da incubo.

In difesa di Di Marco interviene addirittura Dalfy:

“Gaetano, la Provincia ha in pancia 300 milioni da cantiere, tutti di provenienza regionalista. Spero che i sopravvenenti continuino senza perdere tempo. Io ho fatto nel 95 il presidente della Provincia: dalla Regione x all’Atalanta!”.

Insomma, tradotto: lascia il cerino in mano a chi verrà dopo (anche perché Di Marco se stava dietro a lui come faceva a impegnare quei soldi?). Ed è velenosissima la risposta di Cuzzi:

“Caro Senatore io conosco bene la tua operosità. Però permettimi di avere seri dubbi sulla competenza dei tuoi discepoli”.

Si scatena un apriti cielo, che naturalmente non va in onda pubblicamente ma a colpi di telefonate, tanto che Cuzzi, è costretto a cancellare i commenti.

Resta invece il più pacato Terenzio Chiavaroli:

“Mentre si aprono nuove strade, le vecchie provinciali vengono abbandonate”.

ps: Insomma, Di Marco è candidato e Dalfy lo sostiene. Anche se si dovrà barcamenare: a Pescara si candideranno due suoi “discepoli”, come li chiama Cuzzi, oltre a Di Marco anche il consigliere uscente Antonio Balducci, e quindi non si sa come dividerà i suoi voti (che visti i risultati delle elezioni del 4 marzo, non sono più così tanti).

 

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