Slot machine: l'Abruzzo proroga le licenze a fine legislatura


Pd e Fi votano il rinvio delle norme anti-ludopatia, dichiarando: "Diamo tempo a locali colpiti dal sisma".


di Redazione
Categoria: ABRUZZO
15/09/2018 alle ore 08:27



La Regione Abruzzo, si guadagna il podio, occupando addirittura il primo posto, per consumo pro-capite in gioco d'azzardo e simili. Tuttavia Pd e Fi votano il rinvio delle norme anti-ludopatia, dichiarando: "Diamo tempo a locali colpiti dal sisma".

Così, la Regione Abruzzo fa slittare di due anni, al 2020, l’attuazione della legge regionale di contrasto al gioco patologico: infatti il prossimo 21 novembre sarebbe dovuto cambiare tutto per i gestori di slot machines, videopoker e simili, ma grazie a questa larga proroga non scadranno più le autorizzazioni per quella data.

Dunque, per il momento l’Abruzzo non si uniformerà a Lombardia, Piemonte ed Emilia Romagna.

Il cambio di programma, improvviso ed “inaspettato” avviene tra l’altro con la giunta regionale in scadenza e dunque, in procinto delle elezioni: dopo le dimissioni del presidente Luciano D’Alfonso, gli abruzzesi torneranno al voto tra pochi mesi.

In virtù di questa proroga, gli esercenti del gioco abruzzese, un insieme di 7mila slot, 400 punti scommesse e 6 sale bingo, saranno certamente soddisfatti.

La legge prevede il divieto di nuove aperture di sale giochi e simili nell’arco di 300 metri da scuole, chiese, ospedali, impianti sportivi e altri luoghi sensibili ed anche la decadenza delle autorizzazioni esistenti dopo 5 anni.

Ebbene, il 22 settembre sarebbe stato l’ultimo giorno utile per presentare la domanda di rinnovo della licenza e dimostrare il proprio adeguamento alla norma, pena la disattivazione definitiva di impianti e apparecchi. Ma la legge non entrerà in vigore prima del 2020; a tal proposito, ha così commentato Silvio Paolucci, l’assessore regionale alla Sanità: “La modifica è frutto di un lavoro costruito dentro le commissioni consiliari. Sia la norma che gli emendamenti connessi. Non è un provvedimento di giunta”.

La norma per la proroga di due anni è possibile reperirla nel Bura (il bollettino ufficiale della Regione), all’interno di una legge regionale, la numero 30 del 24 agosto 2018, sebbene tale norma tratti tutt’altro: nello specifico, parla di “disposizioni in materia di comunità e aree montane”. Ma ecco che all’articolo 4 compare la modifica alla legge sulla ludopatia, firmata dal presidente vicario, Giovanni Lolli, che per statuto è tenuto a promulgare i testi approvati dal consiglio regionale, come poi spiegato dal Pd.

Per farla breve, gli emendamenti approvati, aumentano di 2 anni il termine delle autorizzazioni rilasciate ai locali.

La modifica avvenuta inaspettatamente a fine estate, ha disorientato molti comuni; ad esempio l’amministrazione comunale di Teramo, aveva già inviato una lettera a tutti gli esercenti, ricordando loro la data-capolinea del 21 novembre e quella del 22 settembre per la richiesta di autorizzazione.

È stato il consigliere forzista Lorenzo Sospiri a presentare l’emendamento approvato dal consiglio. Sara Marcozzi, capogruppo M5s in consiglio regionale ha però ribattuto: “È stato votato all’interno di un maxi-emendamento fuori sacco, con inganno, inserito nella legge 40 sulle comunità montane. Gli unici a votare contro siamo stati noi”.

Parere decisamente favorevole invece da parte di tutti e tre i consiglieri del Pd in commissione Bilanci, ossia Alberto Balducci, Pierpaolo Pietrucci, Antonio Mauro Innaurato e da parte di tutti gli altri consiglieri della maggioranza a sostegno dell’ex governatore D’Alfonso: Maurizio Di Nicola del Centro democratico, Alessio Monaco della lista “Regione facile” e su delega, Lucrezio Paolini dell’Italia dei Valori.

Astenuti Mauro Febbo di Forza Italia e lo stesso Sospiri; ha infatti spiegato quest’ultimo: “Abbiamo avuto un secondo terremoto nel 2016 e per questo sono stati concessi due anni in più a bar e locali con licenze vecchie per spostarsi, per trovare una nuova sede, che nei piccoli centri storici non è così semplice da rintracciare. Ma la legge invece si applica puntualmente, da cinque anni a questa parte, per tutte le licenze nuove. Il vero problema, oggi come oggi, è il gioco online”.

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