Lavoro, Istat: A maggio 51 mila occupati in meno, +1,8 disoccupazione giovanile


Poletti:"Sul medio-lungo periodo la tendenza è positiva". Ma per Forza Italia e Sinistra italiana questa è la prova del fallimento del Jobs ac


di Ester Cartolaro
Categoria: Transatlantico
03/07/2017 alle ore 17:00



Cinquantunomila occupati in meno rispetto ad aprile e 141 mila in più rispetto a maggio dello scorso anno. Risultano in aumento solo gli occupati ultracinquantenni e i dipendenti con contratti a termine mentre cresce il tasso di disoccupazione giovanile, che sale al 37 per cento, con un incremento di 1,8 punti da aprile. In pratica, rispetto al mese scorso ci sono 25 mila 15-24enni in più in cerca di occupazione. Sono i numeri resi noti dall'Istat, che registra il primo calo congiunturale dopo 8 mesi. Per il ministro del Lavoro, Giuliano Poletti, questi dati non influiscono sulla tendenza positiva di medio-lungo periodo mentre per Forza Italia e Sinistra italiano sono la prova del fallimento del Jobs act. "Dopo il forte aumento registrato ad aprile - sottolinea Poletti -, la diminuzione degli occupati registrata a maggio non muta le tendenze di medio-lungo periodo dell'occupazione che continuano ad evidenziare, sia su base trimestrale che su base annuale, la crescita degli occupati e la diminuzione dei disoccupati. In particolare, nel trimestre marzo-maggio gli occupati sono 65mila in più e i disoccupati 90mila in meno". Ma il capogruppo di Forza Italia alla Camera, Renato Brunetta, attacca: "il miglioramento del mercato del lavoro è durato ben poco. I dati dell'Istat di oggi mostrano che nel mese di maggio non vi è creazione di occupazione, aumenta la disoccupazione e aumenta la disoccupazione giovanile. Il fallimento del Jobs act di Renzi è dimostrato dal fatto che calano i lavoratori permanenti mentre aumentano i contratti a termine". Analogo il giudizio di Sinistra italiana. "Ancora una volta, sulle prospettive dell'occupazione in Italia, le reazioni del governo sono preoccupanti quanto i dati - sostiene il deputato Stefano Fassina -.I dati, in particolare l'impennata dei contratti a tempo determinato e la concentrazione dell'aumento degli occupati tra gli ultra cinquantenni, continuano a contraddire radicalmente gli onerosissimi obiettivi del Jobs act. Le reazioni del ministro Poletti dimostrano la rimozione del fallimento dell'azzeramento dei contributi sociali disposto nel 2014 per il triennio successivo e costato circa 20 miliardi di euro". Ma dalla maggioranza replica il senatore del Pd Andrea Marcucci: "il Jobs act ha creato fino a ora oltre 800 mila posti di lavoro stabile. Dopo 8 mesi positivi, oggi l'Istat registra un calo sui dati che riguardano maggio. Sono numeri - conclude - che non cambiano le tendenze di medio periodo che restano estremamente positive, nonostante le prevedibili critiche" da parte delle opposizioni.

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