La cagnara sul razzismo e i dettagli che (puntuali) la smentiscono


Se, invece, ti chiami Foa è normale e financo esercizio di democrazia che una simpatica professoressa dell'Università di Firenze ti possa dare del fascista


di l'innocente
Categoria: CapoVerso (rubrica innocente)
31/07/2018 alle ore 09:37

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Sono i dettagli a sbugiardare la cagnara sul razzismo emergente! Che è diventato la colonna sonora di questa torrida estate. 

L'allarme razzismo è già tormentone. Con la celeste benedizione di "Famiglia Cristiana" che guida la crociata della bontà e pure di Papa Bergoglio cui non parrà vero di sviare l'attenzione dei fedeli dalla schifosissima realtà dei preti pedofili.

E, insomma, rassegniamoci: il bau-bau sull'intolleranza incombente ci accompagnerà oltre il ferragosto e il successivo rientro.

Lo Stivale scopre di essere razzista a sua insaputa. A Nord come al Centro e al Sud senza soluzione di continuità: il problema infatti, secondo vulgata, si manifesterebbe ovunque.

Ed è quindi una bella fortuna che, col suo insorgere, arrivi puntuale anche la sdegnata denuncia.

Che si tratti del post di Saviano o del monito del presidente Mattarella o ancora di un remake della Bonino, gli anticorpi antirazzisti entrano in azione.

Ed è subito accusa. Anche se solo per ciò che starebbe accadendo adesso, in questi primi 60 giorni di sciagurato governo gialloverde. Giammai per quel che hanno fatto, indotto e prodotto i vent'anni precedenti.

Questione di dettagli.

Cosi, capita che se sei una ragazza di colore che si trova in una zona del torinese frequentata da prostitute e qualche imbecille col cervello fulminato dalla calura ti sceglie come obiettivo per un lancio di uovo, non si tratti di pura, giovanile idiozia, ma di bieco atto razzista.

Se, invece, ti chiami Foa e, per inciso, sei pure il presidente in pectore di mamma Rai scelto dalla maggioranza, allora è normale e financo esercizio di democrazia che una simpatica professoressa dell'Università di Firenze ti possa dare del fascista e ricordarti, via Twitter, delle tue origini e di quelli come te finiti bruciati in una stufa.

Nel primo caso immediata monta l'indignazione, nel secondo nessuno eccepisce alcunché. Ne' Saviano, ne' Mattarella e nemmeno la Bonino.

Dettagli per l'appunto.

Del resto, tanta cattiveria degli italiani pare esplosa di botto. Da buoni e accoglienti a cattivi e respingenti è stato un lampo. Anzi, un voto. Quello politico che ha prodotto l'attuale esecutivo. Perciò Saviano posta, Mattarella monita, Bonino bacchetta. E tutti gli altri a ruota.

Così, ad un servizio di cronaca segue uno sul razzismo; ad un passaggio di politica una denuncia del razzismo; ad una abbuffata di calciomercato un'intervista su quell'episodio che, non è certo, ma forse, è razzismo. Meraviglia delle meraviglie.

Pagine e servizi e commenti e dettagli che si sommano. Episodi di comune criminalità o di comune stupidità che vengono giorno dopo giorno tutti insieme riproposti e serviti. Cuciti e collegati tra loro per dimostrare la meravigliosa bugia di una Nazione razzista. Che, ovviamente, riecheggia tra le dune spelacchiate di Capalbio e nei quartieri benestanti di ogni città. Da dove pure Paolo Gentiloni riemerge dal letargo per esecrare e condannare. Nobile intento e nobilissima fatica.

Che però non attacca. Non c'è verso che faccia presa questa storia dell'Italia razzista. Neppure se quel burlone di Matteo Salvini sfotte con un improbabile "tanti nemici, tanto onore". Questione di buonsenso. E di dettagli.

 

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